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4. Letture – 22ª DOMENICA T.O.

2 8         A G O S T O
22ª DOMENICA T.O.
L’UMILTÀ, PRINCIPIO
DI CONVERSIONE E DI SPERANZA

PRIMA LETTURA
Fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore.
Il libro del Siracide indica la via del saggio e dell’uomo giusto, quindi del cristiano, che non può essere né stupido né disonesto. Per contrapposizione, viene anche delineata la condizione del superbo, il quale, che ne sia consapevole o meno, è disperato, poiché rinuncia al rapporto con Dio.

Dal libro del Siracide     Sir 3,19-21.30-31 [gr. 3.17-20.28-29]
Figlio, compi le tue opere con mitezza,
e sarai amato più di un uomo generoso.
Quanto più sei grande, tanto più fatti umile,
e troverai grazia davanti al Signore.
Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi,
ma ai miti Dio rivela i suoi segreti.
Perché grande è la potenza del Signore,
e dagli umili egli è glorificato.
Per la misera condizione del superbo non c’è rimedio,
perché in lui è radicata la pianta del male.
Il cuore sapiente medita le parabole,
un orecchio attento è quanto desidera il saggio.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE           Dal Salmo 67 (68)
Dio ribalta le logiche umane, facendo sorgere speranza proprio là dove non sembrava più possibile continuare a sperare.
Rit. Hai preparato, o Dio, una casa per il povero.
I giusti si rallegrano, esultano davanti a Dio e cantano di gioia.
Cantate a Dio, inneggiate al suo nome: Signore è il suo nome.

Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
A chi è solo, Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri.

Pioggia abbondante hai riversato, o Dio,
la tua esausta eredità tu hai consolidato
e in essa ha abitato il tuo popolo,
in quella che, nella tua bontà,
hai reso sicura per il povero, o Dio.

SECONDA LETTURA
Vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente.
L’umiltà del cristiano non nasce dalla paura dell’ignoto, ma dal fascino per l’infinita misericordia di Dio. Fare della terribile potenza dei fenomeni naturali un motivo per perseverare nella propria ignoranza significa piuttosto coltivare la superstizione.
Dalla lettera agli Ebrei                  Eb 12,18-19.22-24a
Fratelli, non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e tempesta, né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola.
Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, mediatore dell’alleanza nuova.
Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO                     Mt 11,29
Alleluia, alleluia.
Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore, e imparate da me, che sono mite e umile di cuore.
Alleluia.

VANGELO
Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.
La scena di cui ci narra questo brano del vangelo di Luca si svolge in un contesto di convivialità. Anche per questo gli insegnamenti di Gesù vanno letti come indicazioni valide per la vita di ogni giorno. Chi si fa umile solo in occasione di grandi eventi, infatti, non fa che esercitare un’ennesima forma di vanità: quella dell’ostentata modestia.

Dal vangelo secondo Luca                     Lc 14,1.7-14
Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: «Cèdigli il posto!». Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: «Amico, vieni più avanti!». Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Parola del Signore.