3 SETTEMBRE
XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
SEGUIRE CRISTO
COMMENTO
Gesù, riconosciuto come Messia da Pietro, portavoce degli apostoli, gli ha detto che in lui ha parlato il Padre stesso. Ma la tentazione di pensare il Messia come vincitore e restauratore del grande regno di Davide è presente e permanente nei discepoli. Gesù allora inizia la sua catechesi per aiutare i suoi amici a vedere il vero volto del Messia: rifiutato, crocifisso, ma risorto il terzo giorno. I cristiani di tutti i tempi devono scontrarsi con lo scandalo della morte di Gesù. E l’evangelista Matteo si preoccupa di «evangelizzare» correttamente i cristiani ex-israeliti perché devono lasciare l’idea del Messia trionfatore sui nemici di questo mondo e accogliere la realtà del Figlio di Dio che offre la sua vita per salvare l’umanità, secondo il progetto di amore del Padre.
Pietro allora qui rappresenta non solo gli apostoli, ma i cristiani di tutti i tempi. Sono passati pochi «minuti» dalla ispirazione divina e Pietro, convinto di dire una cosa sacrosanta, viene apostrofato come «satana». Non è più il Padre ad ispirarlo, ma l’avversario, che lo porta a ragionare secondo i criteri della potenza di questo mondo. E quanti sono i cristiani che nella storia hanno rimproverato Gesù Cristo di non esercitare la sua potenza per convertire il mondo intero, debellare i malvagi e offrire ai suoi fedeli una vita senza problemi troppo grossi?
Così Matteo allarga il discorso e fa dire a Gesù che non lui soltanto attraverserà la persecuzione e la morte, ma tutti coloro che decidono di seguirlo. La croce è bagaglio normale per tutti e va abbracciata (non va cercata… arriva). L’alternativa è una sola: chi accoglie la croce e la porta dietro a Gesù, salva la propria vita in eterno, chi la rifiuta, può anche conquistare il mondo intero, ma perderà se stesso e la vita eterna.
Gesù indica a Pietro e a noi una scelta di umiltà, che è verità: «Va’ dietro a me…», significa: «non puoi starmi davanti; non venirmi a portare la mentalità di chi vuol vincere con la forza; metti i piedi sulle mie orme. E allora, come io davanti alla croce, anche se ho provato paura, mi sono messo completamente nelle mani di mio Padre, così anche tu, nel momento della tua croce, anche se non vedi chiaro, anche se non stai capendo perché, anche se ti sembra che tutto sia perduto, affidati al Padre e vedrai la risurrezione e la vita».
SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA
- Frequentando la parola di Dio, possiamo subire la tentazione dell’orgoglio spirituale, sentirci «ispirati» e adattare l’insegnamento di Gesù alle nostre vedute. Proprio come Pietro, che ha preteso di spiegare a Gesù il progetto di Dio.
- «Va’ dietro a me…». Quante volte abbiamo avuto la pretesa di stare davanti a Gesù, di indicare a lui cos’era buono per noi. Se vogliamo essere noi a tracciare il cammino della salvezza, presto ci ritroveremo fuori strada e da soli.
- «Quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita?». Sicuramente noi non abbiamo l’ambizione di guadagnare «il mondo intero», però basta mettere i nostri piaceri o interessi davanti al Vangelo, per perdere tutto.
- «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso…». Può dare fastidio la parola «rinneghi», ma significa semplicemente: «non pensi a se stesso», cioè, «non metta se stesso davanti agli altri e davanti a Dio». È il superamento dell’egocentrismo che facilmente diventa egoismo e rifiuto di Dio.
PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA
Mettiamo in pratica una parola di Gesù che ultimamente abbiamo messo da parte.