30 agosto
22ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
La croce di Cristo e la nostra
Siamo cristiani, ci siamo messi al seguito di Gesù, di uno che è stato contrastato, perseguitato e infine crocifisso. Ma per dirci cristiani non può bastare attaccare su una parete un crocifisso: dobbiamo seguire lui, che misteriosamente ha accettato la sua missione fino in fondo, fino alla croce. Gesù condivide la sorte dei grandi profeti, come Geremia, che non è stato ascoltato, ma perseguitato e ucciso, proprio perché trasmetteva a nome di Dio dei messaggi scomodi.
PRIMA LETTURA
La parola del Signore è diventata per me causa di vergogna.
Geremia non avrebbe voluto fare il profeta tra la sua gente in un tempo difficile. Si è sentito ingannato e deriso. Nonostante tutto è prevalso in lui il desiderio di essere fedele: «Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre», ha detto arrendendosi alla missione a cui veniva chiamato.
Dal libro del profeta Geremia. Ger 20,7-9
SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 62 (63)
Il salmista esprime la sua fede e il suo amore per Dio, ammirato per la sua grandezza, felice di poterlo lodare in ogni momento della sua giornata.
Rit. Ha sete di Te, Signore, l’anima mia.
SECONDA LETTURA
Offrite i vostri corpi come sacrificio vivente.
Paolo esorta i cristiani a offrirsi a Dio «come sacrificio vivente», a essere genuini, non piattamente condizionati. A mettere a disposizione tutta la loro persona per ciò che è buono e giusto secondo Dio.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani. Rm 12,1-2
VANGELO
Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso.
Dopo la coraggiosa e sorprendete professione di fede di Pietro che abbiamo ricordato domenica scorsa, Gesù parla della sua passione, morte e risurrezione. Ma Pietro, sentendo parlare di croce, non condivide e non l’accetta. E Gesù lo rimprovera.
Dal Vangelo secondo Matteo. Mt 16,21-27