3 maggio
4ª DOMENICA DI PASQUA
Giornata di preghiera per le vocazioni
Io sono la porta delle pecore
Gesù è inesauribile nel farci conoscere il suo amore e il rapporto intimo che intende avere con ciascuno di noi. Il Vangelo di Giovanni lo presenta oggi come un buon pastore che si contrappone a chi si avvicina a un gregge come un brigante o un ladro. Gesù afferma di essere la porta delle pecore, perché è così che il pastore viene a conosce le sue pecore a una a una: esse riconoscono la sua voce e lo seguono, si fidano di lui. Nel 1964 Paolo VI ha proclamato questa domenica Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni.
PRIMA LETTURA
Dio lo ha costituito Signore e Cristo.
Nel giorno di Pentecoste Pietro incomincia a fare «il pescatore di uomini». È come sempre un uomo pronto ed entusiasta, e adesso si mette con il suo temperamento a servizio della predicazione e della testimonianza del nome di Gesù.
Dagli Atti degli Apostoli. At 2,14a.36-41
SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 22 (23)
Gesù è il Buon Pastore di chiunque gli appartiene, ha cura di ciascuno di noi, ci protegge, ci guida per strade sicure.
Rit. Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.
SECONDA LETTURA
Siete stati ricondotti al pastore delle vostre anime.
Pietro parla ormai ai cristiani della Chiesa costituita, li invita a imitare Cristo, ad accoglierlo come Pastore. È l’inizio del suo magistero, del suo ministero. «Eravate erranti come pecore senza pastore…», ora siete una comunità.
Dalla prima lettera di san Pietro apostolo. 1Pt 2,20b-25
VANGELO
Il sono la porta delle pecore.
Gesù parlando di sé come Buon Pastore, usa la metafora della porta per indicare il rapporto vivo, efficacissimo che c’è tra il pastore e le sue pecore. Parole che indicano il desiderio di avere con ciascuno una conoscenza personale intima. Nello stesso tempo mette in guardia dai falsi pastori, dagli estranei, dai ladri e dai briganti.
Dal vangelo secondo Giovanni. Gv 10,1-10