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2. Introduzioni – 03 maggio 2020

3 maggio

4ª DOMENICA DI PASQUA

Giornata di preghiera per le vocazioni

Io sono la porta delle pecore

Gesù è inesauribile nel farci conoscere il suo amore e il rapporto intimo che intende avere con ciascuno di noi. Il Vangelo di Giovanni lo presenta oggi come un buon pastore che si contrappone a chi si avvicina a un gregge come un brigante o un ladro. Gesù afferma di essere la porta delle pecore, perché è così che il pastore viene a conosce le sue pecore a una a una: esse riconoscono la sua voce e lo seguono, si fidano di lui. Nel 1964 Paolo VI ha proclamato questa domenica Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni.

PRIMA LETTURA

Dio lo ha costituito Signore e Cristo.  

Nel giorno di Pentecoste Pietro incomincia a fare «il pescatore di uomini». È come sempre un uomo pronto ed entusiasta, e adesso si mette con il suo temperamento a servizio della predicazione e della testimonianza del nome di Gesù.

 

Dagli Atti degli Apostoli.                                                                                         At 2,14a.36-41

 

 

SALMO RESPONSORIALE                                                                     Dal Salmo 22 (23)

Gesù è il Buon Pastore di chiunque gli appartiene, ha cura di ciascuno di noi, ci protegge, ci guida per strade sicure.

Rit. Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Oppure: Alleluia, alleluia, alleluia.

SECONDA LETTURA

Siete stati ricondotti al pastore delle vostre anime.           

Pietro parla ormai ai cristiani della Chiesa costituita, li invita a imitare Cristo, ad accoglierlo come Pastore. È l’inizio del suo magistero, del suo ministero. «Eravate erranti come pecore senza pastore…», ora siete una comunità.

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo.                                                          1Pt 2,20b-25

 

VANGELO

Il sono la porta delle pecore.  

Gesù parlando di sé come Buon Pastore, usa la metafora della porta per indicare il rapporto vivo, efficacissimo che c’è tra il pastore e le sue pecore. Parole che indicano il desiderio di avere con ciascuno una conoscenza personale intima. Nello stesso tempo mette in guardia dai falsi pastori, dagli estranei, dai ladri e dai briganti.

Dal vangelo secondo Giovanni.                                                                Gv 10,1-10