Per aiutare i nostri piccoli a vivere meglio la Liturgia della Parola
PRIMA LETTURA (At 5,27b-32.40b-41)
Dopo la morte di Gesù gli apostoli si sono nascosti e i capi pensavano di aver risolto il «problema» Gesù. Ma dopo la Pentecoste essi predicano con coraggio e miracoli la risurrezione del Signore. Per il Sinedrio il «problema» si ripresenta. E le sue minacce non fanno altro che confermare gli apostoli nella loro missione e addirittura farli gioire per la persecuzione subita.
* Capire le parole
– Sommo Sacerdote. Era il capo della classe sacerdotale, dalla nascita della nazione israelita fino alla distruzione del Secondo Tempio di Gerusalemme.
– Obbedire. Mettere in pratica, eseguire un comando ricevuto.
– Destra di Dio. Stare con Gesù “alla destra del Padre” significa vivere con Lui nella pienezza della felicità, nella beatitudine.
– Conversione. È lo scopo primario del pentimento e del perdono dei peccati: il cambiamento della condotta di vita. Quando una persona si converte non ha reso vana la benevolenza di Dio in lui.
– Sinedrio. È il supremo consiglio ebraico che in epoca romana e fino alla distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C. continuò a svolgere in Palestina, oltre alla funzione religiosa, importanti compiti nella direzione degli affari pubblici e nell’amministrazione della giustizia. Di fatto, ha decretato la condanna a morte di Gesù.
SECONDA LETTURA (Ap 5,11-14)
All’inizio del capitolo l’agnello immolato, che è Cristo, ha aperto il libro sigillato, in cui è rivelata la storia della salvezza fino alla fine dei tempi. Per questo si innalza il canto di lode di tutti coloro che sono attorno al trono di Dio.
* Capire le parole
– L’Agnello. Si riferisce a Gesù Cristo nel suo ruolo di vittima del sacrificio per la redenzione dei peccati dell’umanità.
– I quattro esseri viventi. Si tratta di un uomo alato, un leone, un toro (o bue) e un’aquila, accostati ai quattro simboli degli evangelisti.
– Amen. Formula liturgica, ripresa dall’ebraico «amìn» (= sì, è proprio così, ci credo fermamente!), con la quale si chiude una preghiera.
VANGELO (Gv 21,1-19)
Il capitolo 21, dopo la prima conclusione del vangelo, aggiunge degli elementi simbolici per presentare la vita della Chiesa, dopo la risurrezione di Gesù, tra il lavoro apostolico, che porta frutto solo quando è fatto secondo le indicazioni del Signore, e il ritorno nella comunità dove il Risorto offre il banchetto eucaristico.
* Capire le parole
– Didimo. È il soprannome dell’apostolo Tommaso, e significa «gemello». Secondo una bella interpretazione spirituale del pensiero dell’evangelista Giovanni, indica il suo essere “gemello” di ciascun fedele, di ciascuno di noi, nel suo essere dapprima sconvolto per la perdita del Maestro (e per questo arrabbiato con Dio stesso), poi pienamente arreso alla fede nella sua risurrezione.
– Io vado a pescare. Nell’attesa di ulteriori disposizioni da parte di Gesù risorto, Pietro e gli altri apostoli di dedicano a quello che fu il loro mestiere.
– Gettate la rete. Si ripete qui il miracolo degli inizi, quando Gesù chiamo a sè i primi apostoli con la promessa di farli “pescatori di uomini”.
– Centocinquantatrè grossi pesci. Per alcuni vi sarebbero diverse simbologie di numeri, per altri quel numero è semplicemente il desiderio dell’evangelista di mostrare che la sua è una testimonianza oculare, diretta e concreta.
PER RIASSUMERE… Gli apostoli fanno la pesca straordinaria, ma è Gesù che prepara il «banchetto» di pane e pesce. Il suo invito, «Venite a mangiare», risuona per tutti i cristiani ogni domenica, giorno e luogo del banchetto eucaristico, fatto di Parola e Pane. La fatica, fruttuosa o no, di tutta la settimana, trova ristoro ed energia nuova nella comunità raccolta attorno al Signore Gesù, risorto e fatto pane di vita eterna e vino di salvezza.
Le parole da capire sono curate dall’autore del sito liturgico; le parti in corsivo sono un libero adattamento da “Messale delle Domeniche e feste 2019 – LDC”