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Il soldato Pietro
24 maggio: la festa di Maria Ausiliatrice.
Durante il giorno dedicato a Maria Ausiliatrice ci accompagna la storia “Il soldato Pietro" di Bruno Ferrero, tratta dal suo libro “Ti racconto Maria“.
Oggi la storia tratta dell'entrata del soldato Pietro in Paradiso.
Un uomo rude e coraggioso, di nome Pietro, aveva scelto come mestiere quello del soldato. Sapeva combattere con l’archibugio e la spada e si era distinto nelle battaglie più celebri, ma un giorno fu colpito a morte. Quello stesso giorno arrivò alle porte del Paradiso. Bussò con energia. San Pietro si affrettò ad aprire.
«Voglio entrare in Paradiso! Guardate quante medaglie ho meritato! Modestia a parte, sono il migliore. Sono persino morto per la mia Patria. Credo proprio di essermelo guadagnato il Paradiso!».
«Vedo, vedo», borbottò san Pietro, «il vostro nome è il più bello che ci sia, non c’è dubbio. Ma devo prima dare un’occhiata ai miei registri».
Estrasse un librone da uno scaffale e cominciò a leggere lentamente. Tutto quello che il soldato aveva fatto era scritto in quel librone. Man mano che san Pietro leggeva, però, scuoteva la testa e bofonchiava: «Uhm… Uhm».
Secondo quello che c’era scritto e secondo le leggi che regolavano l’accesso al Paradiso, san Pietro non poteva assolutamente lasciar entrare il soldato.
Ma che cosa poteva fare?
San Pietro chiamò san Michele, l’arcangelo che portava la spada e l’armatura, e che quindi avrebbe dovuto provare comprensione nei riguardi di un suo collega umano.
«Ma no, ma no! », gridava san Michele. «Non puoi infrangere i regolamenti. Questo soldato non può assolutamente entrare in Paradiso. Devi cacciarlo via!».
Allora san Pietro convocò un’adunanza di tutti i santi più buoni che riuscì a trovare. Ma non ci fu niente da fare. Senza esitare si recò da Gesù e cominciò a raccontargli tutto quello che si riferiva al soldato.
Ma proprio in quel momento, ci fu un baccano inde-
scrivibile. Venti diavoli, trafelati e rabbiosi, stavano correndo su per i gradini che portavano al Paradiso.
«Ferma, ferma!», gridavano i diavoli, agitando i forconi aguzzi. «Questo soldato non appartiene al Paradiso. Questo soldato appartiene a noi!».
Le cose si mettevano decisamente male per il povero
soldato Pietro. Un diavolaccio rosso lo punzecchiò con la forca sghignazzando: «Eccolo qui, quello che diceva sempre “porco diavolo!”».
Ma proprio allora, al fianco di Gesù, apparve una bella Signora. Era Maria. Aveva in mano un grosso libro d’oro, che consegnò a Gesù. Aveva centinaia di pagine, ed era tutto scritto, su ogni pagina. Gesù incominciò a leggere.
Gesù leggeva e leggeva e leggeva. Alla fine si voltò verso Maria e le fece un bell’inchino. Quello era il segnale.
Il soldato Pietro poteva entrare in Paradiso. Fu Maria stessa a prenderlo per mano e farlo entrare.
I diavoli si avviarono furibondi verso l’Inferno, protestando: «Maria è la nostra rovina! Continua a rubare le anime che ci appartengono! Di questo passo finiremo disoccupati».
A san Pietro, però, era rimasta una gran curiosità.
Che cosa c’era scritto sul gran libro d’oro che Maria aveva fatto leggere a Gesù?
Così, mentre tutti erano distratti, san Pietro si avvicinò quatto quatto al libro d’oro e lo aprì. C’erano scritte tante Ave Maria su ogni pagina. Migliaia e migliaia di Ave Maria.
Era l’unica preghiera che quel rude soldato conoscesse e ogni volta che la mormorava, la Madonna la scriveva sul suo grande libro d’oro.
Erano state proprio quelle Ave Maria ad aprire le porte del Paradiso al soldato Pietro.