Per aiutare i nostri piccoli a vivere meglio la Liturgia della Parola
3ª domenica di Pasqua «A» – 26 aprile 2020 – colore bianco
Sull’altare come a Emmaus
Quante cose ci parlano di Dio: la bellezza e la gratuità della natura, l’esperienza e la storia di popoli e persone, la fantasia e la perfezione della vita… eppure tante persone non riescono a riconoscerlo, neanche davanti a un essere umano che è risorto dalla morte e ha mostrato la strada della pace: Gesù, suo Figlio!
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- I loro occhi. Gesù è vicino a loro, spiega le Scritture con la consueta passione, ribadisce che il Messia ha compiuto la sua missione ed è tornato alla vita; ma i due discepoli non lo riconoscono ancora. Il problema sta nei loro occhi.
- Prese il pane. I gesti che Gesù compie sono raccontati usando gli stessi verbi dell’ultima cena: prendere, benedire, spezzare e donare. Quando Luca scrive il suo Vangelo è ben chiaro che Gesù si rende presente spiritualmente alle comunità durante l’Eucarestia, in parola e pane.
- Fecero ritorno. L’immagine capovolge la realtà descritta all’inizio del brano: delusione, tristezza, senso di fine si trasformano in entusiasmo, gioia, voglia di ricominciare. Tornando in comunione con gli Apostoli confermano la stessa esperienza di fede: Gesù è risorto davvero! La loro speranza è stata ben riposta e tutti lo devono sapere.
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L’IMPEGNO
Per i ragazzi l’Eucarestia non è sempre un’attraente passeggiata. Soprattutto ora che l’unico modo è vederla in televisione o sul computer. A volte non è facile capire alcune parole usate o ci si annoia per la ripetitività di certi gesti. Il trucco è quello di essere presenti a se stessi e di farsi spiegare ciò che ci è oscuro. Toglietevi i dubbi parlandone con catechisti e adulti, vi aiuteranno a sentirvi protagonisti di un momento speciale e – per i credenti – infinitamente bello.
Le parole da capire sono preparate da Pierfortunto Raimondo e sono presenti, insieme ad altro materiale, nella rivista Dossier Catechista – LDC”