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7. Aforismi – 5 e 6 gennaio 2020

Raccolta di aforismi o testi utili per la riflessione o l’approfondimento

II DOPO NATALE – 5 GENNAIO

IL VERBO VENNE AD ABITARE IN MEZZO A NOI
– I due mondi da sempre separati, il divino e l’umano, sono entrati in collisione in Cristo. Una collisione non per un’esplosione, ma per un abbraccio. Soeren Kierkegaard
– Cristo è la risposta totale di Dio alla domanda totale dell’uomo. André Manaranche
– Cristo ha talmente fatto sua la nostra umanità, da imparentarsi con ogni uomo. Yve de Montcheuil
– Gesù di cognome si chiamava Dio. [titolo di libro curato da Tullio De Mauro]
– Gesù è Dio con la pelle sopra. [bambina del catechismo]
– In mezzo a voi c’è uno che voi non conoscete. Giovanni Battista (Gv 1,26)

LA CURIOSA TESTIMONIANZA DI NAPOLEONE
In esilio a Sant’Elena, meditando sulle vere e false grandezze umane, scrisse: «Io conosco gli uomini, e perciò vi dico che Gesù non è un uomo. Gli spiriti superficiali trovano della rassomiglianza tra lui e i fondatori di imperi, i conquistatori, e gli dèi di altre religioni, ma questa rassomiglianza non esiste. Tra il cristianesimo e qualsiasi altra religione c’è la differenza dell’infinito: «Cristo è unico». Approfondendo la sua indagine, Napoleone ha precisato: «Chi è quel morto che può conquistare la terra con un esercito fedele e devoto alla sua memoria? Chi può contare su soldati senza paga, senza brame di gloria terrena, votati solo a ogni rinuncia? (…) L’unico che abbia osato affermare categoricamente: «Io sono Dio» – che è ben diverso dal dire: «Io sono un dio» – è soltanto Gesù».


EPIFANIA – 6 GENNAIO

TRE O QUATTRO DONI PER IL «RE DEI GIUDEI»
«Videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra». Doni sontuosi, che i Magi estraggono dalle loro borse da viaggio. Matteo usa il termine scrigni: sono racchiusi in piccoli forzieri, adatti a custodire denaro, gioielli, oggetti preziosi.
* L’oro, metallo prezioso, è il dono che a suo tempo la regina di Saba aveva offerto con larghezza a Salomone, e quindi degno di un re.
* L’incenso, nobile e costoso: una resina aromatica estratta in oriente da diversi alberi. Bruciato, espande un profumo di uso sia profano che nel culto.
* La mirra è un’altra resina, ricavata dalla Comniphora Abyssinica (arbusto spinoso della famiglia delle Brusacee). Veniva mescolata con olio; il miscuglio risultante, detto olio per le unzioni, era versato sulle persone come segno di ossequio e di rispetto. E impiegato anche per l’imbalsamazione dei cadaveri.
Questi doni offerti a Gesù risultano tipici prodotti dell’Arabia e in genere dell’Oriente, da cui i Magi dovevano provenire. E poiché erano tre, la tradizione popolare concluse che fossero tre anche i Magi. Quei doni, di indubbio valore intrinseco, ma indicati dall’evangelista senza spiegazioni, sono poi stati interpretati dai Padri della chiesa secondo un preciso significato simbolico. Gesù era degno dell’oro più di ogni altro, perché re non solo dei Giudei ma dell’universo. Il fumo dell’incenso simboleggiava per gli ebrei la nube, segno della presenza di Dio. E la mirra è stata associata alla passione del Signore, perché come si apprende da Giovanni fu utilizzata nella sepoltura di Gesù. Insomma il Signore è riconosciuto re con l’oro, Dio con l’incenso, e uomo con la mirra. Ma il dono più prezioso che i Magi offrirono al Bambino Gesù, forse fu il loro gesto di adorazione. Quel gesto (inchino profondo, prostrazione) era allora inteso anzitutto come atto di sottomissione rivolto a persona di grande dignità o autorità. Quindi appropriato per il misterioso bambino re dei Giudei. Ma adorazione era anche – specie presso gli ebrei – l’atteggiamento degli uomini davanti a Dio. E questo sembra il senso che l’evangelista Matteo intende suggerire.


(tratto da: E. Bianco, All’altare di Dio – Anno A – Elledici 2009)