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4. Parola da Vivere – 22 novembre 2020

22 novembre

34ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Gesù Cristo re dell’universo

COMMENTO

Per comprendere questo brano conviene dimenticare il Cristo del Giudizio  Universale della Cappella  Sistina, che è un capolavoro, ma presenta  un Giudice irato. Michelangelo ha voluto rappresentare specialmente la seconda parte del brano di oggi, ma noi non possiamo mettere in secondo piano il Cristo che dà la vita per i peccatori e alla fine nel giudizio farà prevalere la misericordia.
Il brano del giudizio, a un primo sguardo, sembra molto semplice e chiaro, ma richiede una lettura attenta. Si tratta di una scena giudiziaria, con un giudice, che sottopone a giudizio «tutti i popoli». Ci sono anche i cristiani? Sia i «benedetti» che i «maledetti» dicono di non aver mai conosciuto e incontrato Gesù. Allora, secondo alcuni commentatori, questo giudizio riguarda i pagani; se è vero, con il brano di oggi Matteo ha voluto rispondere a questa domanda: come possono essere salvati quelli che non sono stati battezzati e non hanno conosciuto Gesù?
Per rispondere, assume tutta la sua importanza l’identificazione di Gesù con tutti i piccoli, i poveri e i bisognosi della storia. Il criterio di salvezza rimane Gesù, ma quelli che non lo hanno conosciuto, lo hanno seguito e servito, ugualmente e senza saperlo, nei poveri e nei bisognosi che hanno incontrato lungo la loro vita.
E i cristiani? A maggior ragione e con consapevolezza piena, sono impegnati a compiere le stesse opere di misericordia e, se questo avviene, non avranno bisogno di passare attraverso il giudizio, sono già salvati.
È notevole l’insistenza con cui per quattro volte viene ripetuto l’elenco delle opere da compiere. Così Matteo dice ai cristiani della sua comunità che seguire e servire Gesù non si fa con opere straordinarie, ma nella trama semplice della vita quotidiana, con azioni legate ai bisogni primari del corpo e dello spirito, offrendo, a chi ne ha bisogno, aiuto concreto e accoglienza fraterna.
Possiamo anche concludere che Matteo, rivolgendosi ai cristiani della sua comunità, non  ha lo scopo di spaventare con la terribile  descrizione della condanna, ma vuole con forza richiamare a tutti come deve vivere un discepolo di Gesù, per realizzare  la propria  vocazione cristiana e giungere a condividere con lui la gioia del Paradiso.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

1. Questo brano di vangelo  riconosce  santi  coloro che con amore  gratuito  hanno considerato e trattato da fratelli tutti i bisognosi e hanno sentito  una spinta  «naturale» ad aiutarli concretamente. Per noi cristiani è davvero più facile?

2. Tutti siamo stati creati «a immagine di Dio per la somiglianza». Nonostante il peccato del mondo e quello personale, abbiamo dentro il seme della bontà che ci viene da  Dio  e il desiderio  insopprimibile di realizzare qualcosa di buono nella vita. Orientarci al male richiede lo sforzo di deturpare il nostro volto umano. Fare il bene degli altri esige la fatica della lotta contro le spinte egoistiche presenti anche in noi. Ma in questo secondo  sforzo non siamo soli: sono con noi e per noi il Signore e la comunità dei fratelli.

3. Abbiamo un esame  finale  sull’amore.  In  realtà l’esame avviene ogni giorno e, se abbiamo la furbizia che viene dallo Spirito Santo, ogni sera ci esaminiamo da soli: quanto e come abbiamo amato  oggi i nostri  fratelli bisognosi?  Il voto ce lo diamo  da soli e il giorno  dopo molte occasioni per fare di più e

4. Quando guardiamo i santi canonizzati restiamo colpiti dalle loro opere o esperienze straordinarie. In Paradiso sono molti di più i santi che hanno vissuto con amore gratuito le esperienze semplici e ordinarie della vita quotidiana.

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Ogni giorno cerco attivamente un fratello povero  e bisognoso a cui farmi vicino con un aiuto concreto.

 


Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2017