19 luglio
16ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Tolleranza e misericordia di Dio
COMMENTO
Gesù non dice cosa sia il Regno di Dio, ma lo descrive con molte parabole («è simile»), che costituiscono delle piste, seguendo le quali i credenti non solo scoprono di appartenere al Regno, ma anche di collaborare con il Signore alla sua costruzione, in attesa della sua completa realizzazione alla fine dei tempi. Le tre parabole odierne in sintesi dicono: il regno di Dio prevede che i buoni siano mescolati ai cattivi e si impegnino a conservarsi buoni davvero; solo alla fine ci sarà un giudizio che separerà buoni e cattivi; il Regno non è subito grande e appariscente, ma è piccolo (come i semi) e cresce lungo la storia, però diventa solido e forte e darà ospitalità a tutti quelli che lo vorranno; il Regno agisce nella storia come il lievito nella pasta e cioè a poco a poco diffonde la fede in tutta l’umanità.
Fermiamoci un po’ sulla parabola del grano e della zizzania, la quale, pur avvalendosi della spiegazione di Gesù stesso o dell’evangelista, fa nascere qualche domanda. Perché il Signore decide di far crescere la zizzania con il grano? Il buon grano è sempre buono e la zizzania rimane sempre cattiva, fino al giudizio?
Le parabole vanno lette diversamente dalle allegorie. Nelle allegorie i dettagli hanno un significato, nella parabola ciò che conta è «la punta» (dicono gli studiosi), cioè la verità che il narratore vuole comunicare. Qui la «punta» è questa: Dio accetta che buoni e cattivi nella storia siano mescolati, la separazione avverrà solo alla fine.
Situando la parabola nella comunità cristiana, ne risulta una risposta agli interrogativi che la agitavano. Il buon seme è la parola che fa nascere i figli del Regno, ma essi scoprono di convivere con altri che non ascoltano la Parola, eppure prosperano e perseguitano la Chiesa. La parabola individua il responsabile: un nemico, il Maligno. La comunità scopre nel vangelo che il Signore ha deciso di non intervenire drasticamente per togliere i malvagi da questo mondo. Ma perché? Da una parte la presenza dei «cattivi» chiede ai «buoni» la verifica dolorosa della propria fede, la testimonianza e la pazienza (se non ci fossero «gli altri», i credenti con chi e come potrebbero somigliare a Gesù, che ama anche i nemici, cerca i peccatori e offre loro il perdono?); dall’altra emerge la volontà precisa di Dio che tutti gli uomini siano salvi. Gesù è morto per tutti e la Chiesa ha il compito di portare la bella notizia della salvezza anche a coloro che sono sotto il potere dell’avversario, con la fiducia e la speranza che si convertano e ottengano la salvezza.
SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA
1. Da Dio viene solo ciò che è buono, il male viene dall’avversario e dalla libertà malata dell’uomo. Chi considera il Signore all’origine del male che c’è nel mondo non lo conosce.
2. Grano e zizzania devono crescere insieme. Quante volte abbiamo chiesto a Dio nella preghiera di eliminare i malvagi? O ci siamo lamentati con lui per la prosperità dei cattivi? Dio ama tutti e Gesù ci insegna di amare i nemici…
3. E noi siamo buon grano o zizzania? Faremo bene a riconoscere che nel nostro cuore ci sono grano e zizzania. Per questo non possiamo giudicare e condannare nessuno, mentre a noi è richiesta una conversione continua.
4. Noi cristiani siamo il lievito che il Signore ha immesso nel mondo, per farlo lievitare. Se il mondo non si converte, può dipendere anche dal fatto che il lievito non fa bene la sua parte?
PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA
Se riconosciamo di dare spazio a qualche pensiero di superiorità nei confronti di altre persone, trasformiamo- lo subito in preghiera.
Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2017