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15 agosto 2020 Assunzione


15 agosto

ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

La gloria della Madre di Dio

Con l’Assunzione la Vergine Maria è chiamata a condividere la sorte del Figlio. Anche lei viene pienamente glorificata anzitempo in corpo e anima e si trova nel mondo di Dio nella situazione di risorta. Maria anticipa la condizione a cui l’umanità è destinata a trovarsi al termine della storia in forza del suo essere Immacolata Madre di Dio, serva fedele e disponibile ai progetti di Dio su di sé e sul mondo.

RICHIESTA DI PERDONO

  • Signore Gesù, che nel ventre di Maria hai assunto la nostra carne, abbi pietà di noi.
  • Cristo Signore, che ai piedi della croce ci hai dato per madre Maria, abbi pietà di noi.
  • Signore Gesù, che in Maria ci mostri la meta finale della nostra esistenza, a fondamento della nostra speranza, abbi pietà di noi.

 MESSA VESPERTINA NELLA VIGILIA

PRIMA LETTURA

Introdussero dunque l’arca di Dio e la collocarono al centro della tenda che Davide aveva piantata per essa.

L’arca del Signore è il segno per eccellenza dell’alleanza di Jahvè con il suo popolo. Viene trasportata e collocata al centro della tenda attraverso una solenne processione. Maria, che si mette in viaggio verso Elisabetta, è anch’essa arca dell’alleanza, dal momento che porta nel suo ventre il Figlio di Dio.

Dal primo libro delle Cronache.                                         1Cr 15,3-4.15-16;16,1-2

Salmo responsoriale                                                                 Dal Salmo 131 (132)

Il salmista si inginocchia e rende grazie, perché il Signore, perché ha scelto di dimorare in mezzo al suo popolo.

Rit. Sorgi, Signore, tu e l’arca della tua potenza.

SECONDA LETTURA

Dio ci dà la vittoria per mezzo di Gesù Cristo.  

La risurrezione di Gesù è la vittoria definitiva sulla morte. Anche noi saremo coinvolti nella sua risurrezione e anche noi vinceremo la morte. Ma, dice san Paolo, dobbiamo vincere il peccato, e liberarci da ogni schiavitù, per vincere anche noi insieme a Gesù.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi.                  1Cor 15,54b-57

VANGELO

Beato il grembo che ti ha portato!

Chi ascolta Gesù è affascinato dalle sue parole. Ma Gesù in questo brevissimo brano sembra prendere le distanze dalla Madre. In realtà le sue parole sono un elogio aperto nei suoi confronti, perché sua Madre, lui lo sa meglio di ogni altro, ha ascoltato e osservato la parola di Dio.

 Dal vangelo secondo Luca.                                                                                     Lc 11,27-28

 

MESSA DEL GIORNO

 PRIMA LETTURA

Una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi.                           

Lo scontro grandioso tra una «donna vestita di sole» che partorisce un figlio e un enorme drago rosso è la visione simbolica della Chiesa, che compie tra i contrasti la sua missione universale. Ma è anche figura di Maria, che assunta in cielo, trasmette il suo messaggio di speranza: le forze del male sono sconfitte per intervento di Dio.

 Dal libro dell’Apocalisse.                                                        Ap 11,19a; 12,1-6a.10ab

 SALMO RESPONSORIALE                                                                   Dal Salmo 44 (45)

Questa parte del salmo 44 (45) si applica bene alla Vergine Maria, scelta da Dio per realizzare i suoi disegni di salvezza.

Rit. Risplende la regina, Signore, alla tua destra.

 SECONDA LETTURA

Cristo risorto è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo.                    

Cristo ha vinto la morte, egli che è primizia dei risorti, dice san Paolo. Per mezzo di lui la risurrezione raggiunge tutti gli uomini. Prima tra tutti Maria, assunta in cielo e presentata da Gesù al Padre nella luminosità della sua glorificazione.

 Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi.                                     1Cor 15,20-27a

VANGELO

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.

Maria, che è incinta di Gesù, corre a soccorrere la parente Elisabetta, chiamata alla maternità in vecchiaia. Insieme ringraziano ed esultano per le meraviglie che il Signore ha fatto in loro. Maria è «benedetta fra le donne», perché in lei si compiono le promesse e con lei ha inizio il regno di Dio.

Dal vangelo secondo Luca.                                                                                          Lc 1,39-56

 

PER RIFLETTERE E MEDITARE

Nel pieno delle ferie estive, festeggiamo la Vergine Maria nella sua Assunzione. Recitiamo nel prefazio della solennità dell’Assunta: «Oggi la vergine Maria, madre di Cristo, tuo Figlio e nostro Signore, è stata assunta nella gloria del cielo. In lei, primizia e immagine della Chiesa, hai rivelato il compimento del mistero di salvezza e hai fatto risplendere per il tuo popolo, pellegrino sulla terra, un segno di consolazione e di sicura speranza. Tu non hai voluto che conoscesse la corruzione del sepolcro colei che ha generato il Signore della vita». In queste parole c’è tutto il contenuto di questa celebrazione, che riporta la sostanza del dogma proclamato il 1° novembre 1950 da Pio XII: «Dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che l’immacolata Madre di Dio sempre Vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo».

La piena glorificazione di Maria

Maria ci precede e condivide con il figlio Gesù la piena glorificazione nel mondo di Dio. Per Maria si parla di «gloria in anima e corpo». «Maria è la Madre del Signore, lo ha generato nella carne e dunque il suo corpo di donna è il primo che partecipa della gloria del Figlio. Il messaggio che oggi ci lascia il mistero dell’Assunta è che la redenzione cristiana è globale, accoglie la carne, che entra nel mistero di Dio» (Cettina Militello). Maria entra in una esistenza nuova e gloriosa, persa per sé e per noi dalla prima donna. Per questo Maria è anche la nuova Eva. La seconda antifona ai primi vespri dell’Assunta ci fa dire: «Una donna ha chiuso la porta del cielo, una donna l’apre per noi: Maria, madre del Signore».

Il suggestivo brano di Apocalisse 12 ai più giovani potrebbe sembrare una specie di gigantesco videogioco per la lotta tra il drago rosso, mostro a sette teste e dieci corna, e la donna misteriosa che difende il bambino. Nonostante la sua fragilità, questa madre riesce a sfuggire al dragone! L’Apocalisse è stata scritta venti secoli fa e il significato teologico è ben più profondo di un gioco elettronico. Si sa che nella pietà, nell’arte e nella liturgia, l’immagine di questa donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle, è una delle più frequenti e più amate icone mariane. Questa immagine ha offerto agli artisti di ogni tempo gli spunti più significativi per rappresentare la Madre di Gesù.

Apocalisse 12 rappresenta in realtà immediatamente il popolo messianico, la nuova comunità cristiana perseguitata. Ma probabilmente i vari elementi si fondono, perché la Chiesa delle origini, e lo stesso autore dell’Apocalisse, sapevano bene che il Cristo che ha dato origine alla comunità cristiana, a sua volta è nato dalla Vergine Maria. E questa donna nella sua simbologia non poteva non fare riferimento in qualche misura a colei che ha donato al mondo il Figlio di Dio.

L’incontro con Elisabetta

La giovane Maria intraprende un lungo e certamente faticoso viaggio per incontrare e servire Elisabetta, anche lei in attesa di diventare miracolosamente madre. È bello cogliere anzitutto in questo episodio lo zelo di Maria, il suo bisogno di fare immediatamente qualcosa per rendere operante la sua fede. Maria si ritrova la fede di chi si è incontrata con Dio e ha bisogno di uscire, di donarsi, è impaziente di comunicare la sua gioia. Ed è ciò che si verifica ogni volta che Dio entra in una vita. È questo il senso della «fretta» di Maria, la sua piena disponibilità. Così farà anche a Cana, dove avrà occhi attenti per cogliere come una madre premurosa una situazione di bisogno (Gv 2,1-12).

Anche per questo Maria si ferma tutto il tempo necessario, misurando il suo servizio col metro del bisogno di Elisabetta. È lo stesso atteggiamento del buon samaritano. «Maria ci ricorda che la missione del cristiano non comincia con il trasmettere un messaggio con le parole, ma andando incontro al prossimo con Gesù nel cuore» (Rowan Williams, primate anglicano).

L’atto di amore e di servizio compiuto da Maria in realtà non è l’unico significato possibile di questo episodio. C’è chi sottolinea soprattutto il bisogno di Maria di mettere a confronto la propria fede con quella di Elisabetta, essendo state entrambe visitate da Dio. Altri ancora ricordano che nel racconto di Luca la Vergine Maria appare come la nuova arca dell’alleanza che custodisce dentro di sé il Figlio di Dio. Arca che Davide fece rimanere per tre mesi nella casa di Obed-Edom (2Sam 6,11).

Per non parlare del Magnificat, che colloca Maria tra gli anawim, cioè tra i giusti che attendevano il messia. Questo inno, messo nella bocca di Maria, indica in quale considerazione lei si trovava nella Chiesa primitiva. Inno che anticipa le grandi scelte che farà il suo Figlio Gesù durante la vita pubblica.

Maria icona della Chiesa

Nella sua vita Maria ha esercitato un vero e proprio ministero materno di servizio nei confronti del figlio e degli uomini e delle donne con cui è vissuta. Un ministero confermato dai fatti, da Betlemme a Cana, dai piedi della croce al giorno della Pentecoste. Maria anticipa la Chiesa, vive da prima cristiana nella sua fede disponibile e nel suo servizio. Maria è la prima cellula di una nuova umanità.

Nel cuore dell’estate, mentre diamo al nostro corpo il giusto riposo, riflettiamo all’esperienza della giovane Maria ed entriamo anche noi in quell’atteggiamento di disponibilità che d’ora in poi ci renderà più attenti alle occasioni della vita.

UN FATTO – UNA TESTIMONIANZA

«L’icona evangelica di Maria che visita santa Elisabetta è per noi esemplare. La madre di Gesù – già in gravidanza – non antepone le sue fatiche al desiderio di essere presso la cugina. L’apertura generosa le permette di comprendere la propria identità, di intendere quanto le sta capitando, di leggere il senso della storia del suo popolo» (card. Dionigi Tettamanzi).

PREGHIERA UNIVERSALE

Celebrante. Fratelli e sorelle carissimi, guardando a Maria, in questa solennità, vogliamo non perdere la meta alla quale il Signore ci chiama e verso la quale anche noi siamo diretti. Preghiamo insieme e diciamo:

Santa Madre di Dio, prega per noi.

  • Per la Chiesa, accompagnata dalla fede di Maria, sappia sempre indicare a ogni uomo la metà finale della storia umana, la risurrezione dei figli di Dio, preghiamo.
  • Per il mondo e i suoi abitanti, affinché vedano in Maria la donna pienamente realizzata e che profeticamente guarda al futuro, preghiamo.
  • Per tutte le donne, perché trovino in Maria la certezza della loro piena dignità e il modello ideale da seguire, preghiamo.
  • Per la nostra comunità e per ciascuno di noi, perché nella vita di ogni giorno e nel servizio, possiamo specchiarci in Maria e nella sua amorosa maternità, preghiamo.

Celebrante. Con il Magnificat, Maria si è collocata tra gli umili, ma anche tra i prediletti di Dio: ti chiediamo, Padre, di accompagnarci ogni giorno nel nostro desiderio di imitarla nella fede e nel servizio. Per Cristo nostro Signore.