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2. Introduzioni – 29 marzo 2020

29 Marzo 2020

V DOMENICA DI QUARESIMA (Domenica di Lazzaro)

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«Gesù, Signore della vita»

Gesù richiama alla vita l’amico Lazzaro e compie il più grande dei miracoli. È Signore della vita e a Betania sfida la morte nel modo più diretto ed esplicito.
È un segno estremo, l’ultimo dei segni, quello che, come dice Giovanni, indurrà molti a credere, ma che farà precipitare la situazione e segnerà la sua condanna a morte.

PRIMA LETTURA

Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete.

Il profeta Ezechiele preannuncia la risurrezione del popolo e il ritorno alla terra promessa, in un linguaggio immaginifico e oscuro, che misteriosamente preannuncia la risurrezione finale. «Spirito vieni dai quattro venti e soffia su questi morti perché rivivano… Ecco, io apro i vostri sepolcri e vi risuscito dalle vostre tombe». Tra quelle ossa calcificate ci sono anche le nostre. C’è la storia dell’umanità.

Dal libro del profeta Ezechiele.                    (Ez 37,12-14)

SALMO RESPONDORIALE

Salmo 129 (130)

Dall’abisso della propria fragilità e debolezza, il salmista invoca il perdono del Signore. Ed è certo che la sua attesa sarà esaudita dal Dio della misericordia.

Rit. Il Signore è bontà e misericordia.

SECONDA LETTURA

Lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi.

L’apostolo Paolo presenta dialetticamente una vita vissuta secondo la carne e una vita vissuta secondo lo Spirito. È lo Spirito di Cristo che è causa di giustificazione e che fa morire il peccato che è in noi. Uno spirito che farà risorgere dai morti anche il nostro corpo mortale, così come ha risuscitato Cristo dal sepolcro.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani.      (Rm 8,8-11)

VANGELO

Io sono la risurrezione e la vita.

Il Vangelo ci presenta il più grande dei miracoli di Gesù: quello della risurrezione di Lazzaro. Gesù strappa dalla tomba Lazzaro e lo riporta in vita, dichiarando in questo modo di essere «la risurrezione e la vita». Ma nello stesso tempo condanna se stesso alla morte, perché sarà questo miracolo a scatenare l’ira dei suoi nemici e la decisione da parte del Sinedrio di condannarlo e mandarlo a morte.

Dal vangelo secondo Giovanni.                   (Gv 11,1-45)