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Il decalogo del buon comunicatore secondo Papa Francesco

Dal vice-caporedattore di Radio VaticanaAlessandro Gisotti,
un piccolo contributo di riflessione, suscitata da papa Francesco, per una comunicazione che metta al centro la persona e che abbia il coraggio di farsi prossima a tutti.

IL DECALOGO
DEL BUON COMUNICATORE SECONDO PAPA FRANCESCO

di Alessandro Gisotti
Prefazione del Card. Luis A. Tagle
Editrice Elledici – Pagine 48 – € 4,50
* i diritti d’autore saranno devoluti in beneficenza alle
Missioni Don Bosco

Dieci buone regole che papa Francesco ci offre per essere comunicatori di Misericordia. Indicazioni che valgono per tutti, non solo per i giornalisti o i comunicatori professionisti. Come ha detto Francesco «l’amore, per sua natura, è comunicazione» e dunque come esseri capaci di amare, noi esseri umani siamo tutti naturalmente comunicatori.
Nella redazione di questo speciale “Codice" l’autore si è fatto aiutare da alcune immagini, alcuni gesti del papa. La misericordia, infatti, è una virtù concreta, operativa. E questo deve valere anche quando la applichiamo al nostro modo di comunicare.
Un piccolo contributo di riflessione, suscitata da papa Francesco, per una comunicazione che metta al centro la persona e che abbia il coraggio di farsi prossima a tutti.
Il Papa non sapeva che Vinicio non fosse contagioso quando lo ha abbracciato. L’uomo coperto da escrescenze per una neurofibromatosi, rifiutato dalla gente per il suo corpo deturpato, incontra l’amore perché Francesco non ci pensa due volte a stringerlo fra le braccia, restituendogli dignità. E’ questa forse una delle immagini riportata dal libro di Alessandro Gisotti, che esprime meglio l’intento del volume: far capire come il Papa comunica e insegna a comunicare.
A spiegare che il contesto di una vera comunicazione è il “patto", è nella prefazione il card. Luis Antonio Tagle. Un concetto centrale su cui l’arcivescovo di Manila si è soffermato anche in un recente incontro presso “Civiltà Cattolica":
“È molto importante avere strategie di comunicazione. Ma attenzione: quando la comunicazione diventa solo strategia non è comunicazione, diventa manipolazione. Nella Bibbia, il contesto della vera comunicazione è il Patto di Dio con l’uomo, il patto dell’uomo con la donna, il patto fra le persone in una comunità. È questo il senso della comunicazione dobbiamo portare nel mondo dei Social media".
“Comunicare con tutti, senza esclusione", “Non spezzare mai la relazione e la comunicazione", “Generare una prossimità che si prenda cura": sono alcuni dei “comandamenti" indicati da Francesco, secondo l’autore del libro che associa ad ognuno un’immagine: dalla telefonata di Francesco a Pietro Maso fino all’incontro nei giardini vaticani con Shimon Peres e Abu Mazen.
L’autore del libro, Alessandro Gisotti, afferma:
“Questo piccolo volume che ho voluto offrire a chi lo vorrà leggere, vuole proprio essere questo: un ‘codice della mente e del cuore’, che vada aldilà degli articoli o dei comma di legge, e che cerchi di riappropriarsi del senso vero della comunicazione. Il card. Tagle, nella prefazione del mio libro, sottolinea che questo è l’intento del volume, cioè andare attraverso il Magistero di Francesco, anzi guidati da Papa Francesco, al cuore della comunicazione e, al cuore della comunicazione, c’è la persona. Francesco ci dice dunque che se non stiamo creando ponti, se non stiamo abbattendo muri, in realtà non stiamo proprio comunicando! Quindi l’atto del comunicare per essere davvero tale, deve veramente creare la relazione, sanare laddove ci sono ferite ed orientare verso processi di riconciliazione".
Borges, Manzoni, Shakespeare: sono tante le citazioni colte, che vengono declinate in modo concreto nel libro, cioè associate ai gesti del Papa che, come spesso rilevato, comunica con le parole non meno che con i gesti. Non a caso McLuhan diceva: “Il mezzo è il messaggio". La parola chiave è infatti prossimità perché comunicazione e misericordia si incontrino.
Ancora Gisotti afferma:
“Nel primo messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali c’è questa originalità: il Papa ha paragonato il buon comunicatore al Buon Samaritano. Sostanzialmente ha detto che il modello per un giornalista, per un comunicatore di professione, è il Buon Samaritano. Questo ha colpito me come credo abbia colpito molti di noi, nella comunità di comunicatori, perché Francesco sottolinea che il Samaritano passa dal chiedersi: ‘Chi è il mio prossimo?’ al farsi prossimo a tutti e ad ognuno. Questo ha molto a che vedere con la comunicazione. Non a caso Francesco definisce il potere della comunicazione come il potere della prossimità. Questo, chiaramente, implica una cura del linguaggio, delle parole che sono “esseri viventi", come diceva Victor Hugo. Quindi questo tema della prossimità è presente non solo nella sua azione pastorale ma proprio nell’esortazione che rivolge ad ogni tipo di comunicazione non solo professionale ma anche della vita; pensiamo alla famiglia, pensiamo a quel ‘permesso, scusa, grazie’. Tre parole così semplici che danno proprio il senso di una prossimità nella vita quotidiana".
A prima vista Il Decalogo del Buon Comunicatore sembra un libro per giornalisti o addetti alle comunicazioni. Ma non è così. E’ un testo che si legge tutto d’un fiato: stimola il desiderio di andare oltre le proprie debolezze, oltre quella reazione istintiva assetata di identificare il nemico o il diverso, per poter invece comunicare così, come con quell’abbraccio del Papa a Vinicio.
L’Autore:
ALESSANDRO GISOTTI è vice-caporedattore alla Radio Vaticana dove lavora dal Giubileo del 2000 dopo un’esperienza alle Nazioni Unite. Giornalista professionista dal 2004, segue quotidianamente l’attività del papa e della Santa Sede.
Con la prefazione del Cardinale Luis A. Tagle, Arcivescovo di Manila, Presidente di Caritas Internationalis.
PREFAZIONE
CARD. LUIS ANTONIO TAGLE
Arcivescovo di Manila
Presidente di Caritas Internationalis

Ringraziamo Alessandro Gisotti per averci dato un meraviglioso richiamo alla comunicazione autentica. Seguendo alcuni “comandamenti" di Papa Francesco, Gisotti ci porta nel cuore della vera comunicazione.
Alcuni potrebbero chiedersi: “Un altro libro sulla comunicazione? Il mondo non è già soffocato da innumerevoli mezzi di comunicazione? Non stiamo soffrendo per eccesso di informazione? La gente diventa esperta nell’uso di gadget e social media in età precoce. Quindi perché abbiamo bisogno di un nuovo libro sulla comunicazione?" Io credo che il valore del libro di Gisotti sia nella ricerca profonda su una domanda cruciale: “Stiamo davvero comunicando gli uni con gli altri? Dove possiamo trovare la vera comunicazione?"
Non possiamo negare il fatto che ogni giorno vediamo la distorsione della comunicazione e i suoi disastrosi effetti. Le manipolazioni della verità e dell’essere umano possono essere fatti passare facilmente e addirittura lodate come comunicazione efficace. Quando le strategie, la tecnica, la tecnologia e la finanza diventano gli unici fattori determinanti della comunicazione, potremmo dimenticare che ci stiamo relazionando con esseri umani che meritano il nostro rispetto e il dono della verità. La comunicazione distorta sorge da e conduce a comunità distorte, a partire dal nucleo familiare fino alla famiglia internazionale e persino alla famiglia della creazione. L’umanità e le comunità sono in gioco con la comunicazione. La comunicazione distorta ferisce profondamente.
Nella tradizione Giudeo-Cristiana, la comunicazione inizia con Dio che è amore. Dio è Il Comunicatore. Nell’amore Dio rivela se stesso e la sua volontà di salvezza. Il contesto della comunicazione di Dio con la creazione, l’umanità e la storia è un patto, un solido rapporto di comprensione, fedeltà e misericordia. La comunicazione, il dialogo di Dio raggiunge il suo picco quando la Parola diventa carne. Quando Dio comunica, l’amore prende la forma di una persona umana che assume la condizione umana per trasformarlo e salvarlo dall’interno. La comunicazione divina non è manipolazione ma salvezza. Il modello della comunicazione è Dio la cui parola eterna diventa umana in Gesù. Gesù, vero Figlio di Dio, comunica in semplici parole umane. Gesù santifica la comunicazione umana facendola simbolo e strumento dell’amore di Dio. Lo Spirito Santo ci permette di comunicare con Dio pregando e proclamando il messaggio di salvezza di Gesù a un mondo ostile. La comunicazione non è una strategia ma un evento sacro. La Chiesa deve preservare la sacralità del dialogo.
Mentre mi congratulo con Gisotti, incoraggio i lettori ad utilizzare questo libro per una riflessione religiosa sulla qualità della nostra comunicazione. Possiamo essere guidati a Dio che dialoga con noi nell’amore!
INTRODUZIONE
Un Giubileo dei Giornalisti. Quando la portavoce dell’arcivescovo di Campobasso-Bojano Giancarlo Maria Bregantini – poco dopo l’inizio dell’Anno Santo – mi ha riferito di questa iniziativa ho pensato subito che fosse un’ottima idea, per due motivi. Innanzitutto, mi sembrava che fosse quanto mai opportuno che anche i comunicatori, professionisti e non, avessero un evento giubilare a loro dedicato. Secondo, il fatto che a proporlo fosse una diocesi importante ma comunque di “periferia", mi pareva in linea con l’intenzione, manifestata in modo eloquente dal Papa con l’apertura della Porta Santa della Cattedrale di Bangui, nella Repubblica Centrafricana, di vivere un Giubileo “diffuso", decentrato, in cui ogni comunità ecclesiale potesse offrire il suo contributo allo sviluppo del cammino giubilare. Mi sentivo poi particolarmente onorato perché l’arcivescovo Bregantini, non solo pastore ma anche giornalista con tanto di tesserino – assieme all’Ordine dei Giornalisti e all’UCSI Molise (Unione Cattolica Stampa Italiana) – aveva pensato di invitarmi a questo avvenimento come relatore principale assieme al vice-direttore emerito della Sala Stampa della Santa Sede, padre Ciro Benedettini.
Il titolo su cui veniva chiesto il mio contributo sarebbe stato “La deontologia nella comunicazione. Comunicare la verità dai Social alla carta stampata". Non un tema semplice considerata anche la platea particolarmente qualificata. A venirmi in aiuto è stata la rilettura del 50.mo Messaggio di Francesco per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali sul tema “Comunicazione e Misericordia: un incontro fecondo". Un documento che già avevo letto per realizzare il servizio della Radio Vaticana, al momento della pubblicazione. Man mano che scorrevo e riscoprivo il testo mi si svelava davanti agli occhi un vero e proprio “Codice del Buon Comunicatore", una deontologia della mente e del cuore per rendere l’ambiente comunicativo un luogo di valorizzazione della persona, delle sue potenzialità relazionali. La comunicazione infatti – a partire da quella fondamentale tra una mamma e il suo bambino – vive nella relazione, ha bisogno di un incontro. La misericordia, poi, secondo Francesco non può essere solo il contenuto della nostra comunicazione, ma anche lo stile del nostro modo di comunicare. La «rivoluzione della tenerezza», la revolución de la ternura a cui tante volte Bergoglio fa riferimento deve, quindi, riguardare anche necessariamente la comunicazione. «Ciò che diciamo e come lo diciamo», è la sua esortazione, «dovrebbe poter esprimere la compassione, la tenerezza e il perdono di Dio per tutti». Un’affermazione in piena sintonia con quello che affermava la neo santa Madre Teresa di Calcutta: «Meglio commettere errori con gentilezza che fare miracoli con scortesia».
In questo volumetto, ispirato alla relazione che ho tenuto al Giubileo dei Giornalisti a Campobasso il 7 maggio 2016, ho provato dunque a tracciare un Decalogo, 10 buone regole che Francesco ci offre per essere comunicatori di Misericordia (ogni capitolo è introdotto proprio da una citazione tratta dal Messaggio). Indicazioni che valgono per tutti, non solo per i giornalisti o i comunicatori professionisti. Come ha detto Francesco, infatti, «l’amore, per sua natura, è comunicazione» e dunque come esseri capaci di amare, noi esseri umani siamo tutti naturalmente comunicatori. Nella redazione di questo speciale Codice mi sono fatto aiutare da alcune immagini, alcuni gesti del Papa. La misericordia, infatti, è una virtù concreta, operativa. E questo deve valere anche quando la applichiamo al nostro modo di comunicare.
Significativamente, prima di arrivare in libreria – grazie alla Elledici che ha creduto in questo progetto – il Decalogo del Buon Comunicatore è sbarcato con successo sulle Reti Sociali nella sua versione “pocket", ovvero attraverso un’immagine di Francesco con sovraimpressi i “Dieci Comandamenti" della buona comunicazione. Nel giro di poche ore, dalla pubblicazione sui miei profili social, il “decalogo" è stato tradotto spontaneamente in Rete in inglese, spagnolo, tedesco e polacco. E ogni volta, l’autore della nuova versione grafica e linguistica del “decalogo" aggiungeva qualche elemento, rendendolo così più originale e accattivante. Alla vigilia della 50.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, poi, il Decalogo del Buon Comunicatore è stato pubblicato sulla pagina della CEI dedicata alla ricorrenza.
Dal web alle librerie, dunque, ma sempre con lo spirito e l’auspicio di offrire un piccolo contributo di riflessione, suscitata da Papa Francesco, per una comunicazione che metta al centro la persona e che abbia il coraggio di farsi prossima a tutti. Un testo che viene impreziosito dalla prefazione del cardinale Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila e presidente di Caritas Internationalis. A lui, esempio straordinario di comunicatore ed operatore di Misericordia, va la gratitudine mia e dell’Editore per aver valorizzato il nostro lavoro.
Alessandro Gisotti

* I DIRITTI D’AUTORE SARANNO DEVOLUTI IN BENEFICENZA
ALLE MISSIONI DON BOSCO

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