Pubblicato il

1. Letture e orazioni – 16 agosto 2020

16 agosto

20ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

ANNO A

La salvezza è per tutti i popoli

ANTIFONA

O Dio, nostra difesa,
contempla il volto del tuo Cristo.
Per me un giorno nel tuo tempio,
è più che mille altrove.                              Sal 83,10-1

COLLETTA

O Dio, che hai preparato beni invisibili per coloro che ti amano,
infondi  in noi la dolcezza  del tuo amore,
perché, amandoti  in ogni cosa e sopra ogni cosa, otteniamo i beni da te promessi,
che superano ogni desiderio.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…

Oppure:

O Padre, che nell’accondiscendenza del tuo Figlio mite e umile di cuore
hai compiuto il disegno  universale di salvezza, rivestici dei suoi sentimenti,
perché rendiamo continua  testimonianza con le parole e con le opere
al tuo amore eterno e fedele.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…

PRIMA LETTURA

Condurrò gli stranieri sul mio monte santo.

Dal libro del profeta Isaia                                 Is 56,1.6-7

Così dice il Signore:
«Osservate il diritto e praticate la giustizia,
perché la mia salvezza sta per venire, la mia giustizia sta per rivelarsi.
Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo e per amare il nome del Signore, e per essere suoi servi,
quanti si guardano dal profanare il sabato e restano fermi nella mia alleanza,
li condurrò sul mio monte santo
e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera. I loro olocausti e i loro sacrifici
saranno graditi sul mio altare, perché la mia casa si chiamerà
casa di preghiera per tutti i popoli».
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE    Sal 66 (67)

Popoli tutti, lodate il Signore.

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.

Gioiscano  le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.

Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica  Dio e lo temano
tutti i confini della terra.

SECONDA LETTURA

I doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili per Israele

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani      Rm 1 ,13-15.29-32

Fratelli, a voi, genti, ecco che cosa dico: come apostolo  delle  genti,  io faccio onore  al mio  ministero, nella speranza di suscitare la gelosia di quelli del mio sangue  e di salvarne alcuni.  Se infatti il loro  essere rifiutati è stata una riconciliazione del mondo, che cosa sarà la loro  riammissione se non  una vita dai morti? Infatti i doni  e la chiamata di Dio  sono  irrevocabili!
Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto  misericordia  a motivo  della loro disobbedienza, così  anch’essi ora sono  diventati  disobbedienti a motivo della misericordia da voi ricevuta, perché anch’essi ottengano misericordia.
Dio infatti ha rinchiuso  tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!

Parola di Dio.

ACCLAMAZIONE AL VANGELO       Cf Mt 4,23

Alleluia, alleluia.

Gesù annunciava il vangelo del Regno
e guariva ogni sorta di infermità nel popolo.

Alleluia.

VANGELO

Donna, grande è la tua fede!

Dal vangelo secondo  Matteo                          Mt 15,21-28

In quel tempo,  partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione,  si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono  e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!».
Egli rispose: «Non sono  stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele».
Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi  a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è be- ne prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini».
«È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano  le briciole che cadono  dalla tavola dei loro padroni».
Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

Parola del Signore.

ORAZIONE SULLE OFFERTE

Accogli i nostri doni, Signore, in questo misterioso incontro
tra la nostra povertà e la tua grandezza:
noi ti offriamo le cose che ci hai dato,
e tu donaci in cambio te stesso.
Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE

Presso il Signore è la misericordia,
e grande presso di lui la redenzione.            Sal 129,7

Oppure:

«Donna,  grande è la tua fede!
Ti sia fatto come desideri», disse Gesù.      Mt 15,28

ORAZIONE DOPO LA COMUNIONE

O Dio, che in questo sacramento
ci hai fatti partecipi della vita del Cristo,
trasformaci a immagine  del tuo Figlio,
perché diventiamo coeredi
della sua gloria nel cielo.
Per Cristo nostro Signore.

 

Pubblicato il

2. Introduzioni – 16 agosto 2020

16 agosto

20ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

La salvezza è per tutti i popoli

Il capitolo 15 di Matteo si apre con un’aperta e durissima polemica di Gesù con farisei e scribi, che accusa di trascurare il comandamento di Dio in nome delle loro tradizioni, poi si ritira nella regione di Tiro e Sidone, in territorio pagano. Una donna, una cananea, madre di una figlia ammalata, si mette a gridare e lo implora di guarirla, chiede il miracolo. Gesù prima la mette duramente alla prova, poi la esaudisce, riconoscendo la grandezza della sua fede.

PRIMA LETTURA

Condurrò gli stranieri sul mio monte santo.                                                    

Il profeta Isaia afferma che la salvezza viene offerta a tutti i popoli, anche gli stranieri faranno parte del popolo dei salvati. Lo stesso tempio di Gerusalemme è destinato a diventare un luogo di preghiera universale.

 Dal libro del profeta Isaia.                                                                                           Is 56,1.6-7

SALMO RESPONSORIALE                                                                   Dal Salmo 66 (67)

La gloria del Signore è destinata a tutti i popoli, e tutti sono chiamati a rallegrarsi per la giustizia e la misericordia di Dio.

Rit. Popoli tutti, lodate il Signore.

 SECONDA LETTURA

I doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili per Israele.       

Paolo ha aperto la salvezza anche ai pagani e questo ha fatto ingelosire gli ebrei. Ma questa è una cosa positiva dice se può servire a salvarli. Perché se è vero che agli ebrei per primi è stata donata l’alleanza, tutti, sia gli ebrei che i pagani, sono coinvolti allo stesso modo nella salvezza, dal momento che tutti hanno bisogno della misericordia di Dio.

 Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani.                                       Rm 11,13-15.29-32

 VANGELO

Donna, grande è la tua fede!                                                                  

Gesù viene pregato da una donna straniera. È una cananea, ha sentito parlare di Gesù e gli chiede un miracolo, la guarigione della figlia. Gesù prima la mette severamente alla prova, poi riconosce la sua fede grande e per lei fa il primo miracolo in territorio pagano.

Dal vangelo secondo Matteo.                                                                                  Mt 15,21-28

 

 

 

 

Pubblicato il

3. Annunciare la Parola – 16 agosto 2020


16 agosto
20ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
La salvezza è per tutti i popoli


PER RIFLETTERE E MEDITARE

La prima comunità cristiana si è costituita anzitutto attorno a quegli ebrei che hanno riconosciuto la persona di Gesù come messia, ma molto presto ha accolto e battezzato anche i pagani, prima attraverso Pietro, e poi ancor di più per la predicazione di Paolo. Forse per spiegare come mai la Chiesa stava avendo un’enorme diffusione tra i pagani, Matteo racconta questo episodio, in cui Gesù sottolinea la fede grande di una donna pagana e compie per lei un miracolo, pur avendo detto di essere stato mandato solo «alle pecore per­dute della casa di Israele» (Mt 15,24).

La fede di una cananea

Gesù si trova nel territorio di Tiro e Sidone, in territorio pagano, e gli si fa avanti una donna cananea. Il dialogo di Gesù con questa donna ri­flette probabilmente le discussioni vivaci che i primi cristiani avevano tra di loro proprio sul tema dell’apertura della Chiesa ai pagani, discussioni che erano state molto tese tra gli stessi apostoli. Matteo dice, sottolineando la fede grande di questa donna non ebrea, che ciò che davvero diven­ta discriminante per diventare cristiani non è più l’appartenenza a un popolo, ma la fede in Gesù. E la fede questa donna l’aveva giusta. Rivolgendosi a Gesù lo chiama «figlio di Davide», dimostrando di riconoscerlo come messia, cosa che sfuggirà a molta parte degli ebrei.

Invece le parole di Gesù verso questa donna sono di una durezza che non trova facilmente riscontro altrove nel Vangelo. Forse il dialogo è stato schematizzato da Matteo, o forse Gesù ha voluto davvero mettere in ri­salto la fede e l’umiltà di questa straniera. Un’umiltà che è dettata certamente dall’amore verso la figlia. La donna si fa avanti superando ogni imbarazzo, andando tra l’altro contro le usanze del tempo che ritenevano scon­veniente a una donna fermarsi a parlare liberamente con degli uomini. Ma è un’umiltà che nasce dalla certezza che Gesù ha il potere di fare il miracolo. C’è un’intesa profonda tra Gesù e lei. Essa legge in Gesù una rettitudine e una bontà che va al di là delle parole e che le permettono di avere piena fidu­cia e confidenza in lui. E la durezza crescente di Gesù la interpreta come un invito a chiedere con più coraggio, come una provocazione che prelude al pieno esaudimento. Alla fine Gesù non può che fare un grande elogio della fede di questa donna: «Donna, grande è la tua fede!» e per lei compie il miracolo.

 Una fede messa alla prova

Come dicevamo, sorprendono l’indifferenza di Gesù e le sue dure parole nei confronti di questa donna. Gesù appare quasi impietoso verso le lacrime di questa madre che chiede la guarigione della figlia. Uomo del suo tempo, Gesù può davvero aver usato questo linguaggio tipico del modo di esprimersi degli ebrei nei confronti dei pagani. Ma intende confermare la dimensione non immediatamente universalistica della sua missione pubblica, che è rivolta esclusivamente alla gente della sua terra. Pur sottolineando – ogni volta che gli capita – la fede straordinaria e la generosità di alcuni pagani, dal centurione romano al samaritano riconoscente perché guarito dalla lebbra, fino ad affermare, prima di salire al cielo, la destinazione universale del suo Vangelo: «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli» (Mt 28, 19). Saranno infatti gli apostoli a estendere la salvezza anche ai pagani.

Probabilmente Gesù vuole prima di tutto purificare la fede di questa donna e non vuole essere scambiato semplicemente per un guaritore. Lei lo ha chiamato «figlio di Davide», ma in realtà è lì soprattutto per la guarigione della figlia.

La salvezza è destinata a tutti

La storia è piena di episodi di persone distanti dalla fede e a volte anche lontane dalla legalità e dalla moralità, che nell’occasione, per istinto o per amore, per un richiamo della coscienza, diventano capaci di grandi atti di bontà e di eroismo.

È necessario allora che ogni cristiano diventi «cattolico» e riconosca che siamo tutti fratelli o perché già credenti o perché siamo chiamati a diventarlo. Perché tutti siamo figli di Dio. Ricordiamo quando papa Giovanni XXIII si rivolse ai carcerati di Regina Coeli dicendo: «Miei cari figlioli, miei cari fratelli…».

L’episodio della cananea può apparire addirittura emblematico della preferenza di Gesù per i lontani. Come dicevamo, Matteo potrebbe averlo riportato per togliere i dubbi alla Chiesa primitiva, indecisa di fronte all’apertura ai pagani. La tenacia di questa donna può essere portata di esempio anche ai credenti, proprio per dire: «Guardate la sua fede incrollabile che non si ferma neanche di fronte alle dure parole di Gesù».

Del resto, ogni volta che gli è possibile, come già abbiamo ricordato, Gesù sottolinea la sua simpatia per i semplici, per i lontani, per i peccatori, per gli stranieri. A differenza di quelli che si sentono i destinatati primi della salvezza, che invece gli girano attorno solo per coglierlo in difficoltà. Come gli scribi e i farisei di cui parla proprio in questo capitolo 15, venuti da Gerusalemme per polemizzare con lui.

La preghiera insistente di questa cananea e l’atteggiamento di Gesù ci fa anche pensare ai silenzi di Dio. Quante volte la nostra preghiera appare inascoltata e accusiamo Dio di essere insensibile alle nostra difficoltà, alle nostre preghiere. In realtà Dio in questo modo intende proprio purificare la nostra preghiera, mettere alla prova la nostra fede.

UN FATTO – UNA TESTIMONIANZA

San Tommaso dice che la preghiera insistente fatta agli uomini ci rende a loro fastidiosi, mentre la preghiera insistente fatta a Dio ci rende a lui familiari e amici. Come a dire che questo modo di pregare più che a Dio serve a noi: per purificare le nostre intenzioni, per corresponsabilizzarci, per approfondire il nostro rapporto con lui. Diceva Padre Pio: «La preghiera deve essere insistente. L’insistenza denota fede».

Pubblicato il

4. Parola da Vivere – 16 agosto 2020

16 agosto
20ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

La salvezza è per tutti i popoli

COMMENTO

È un brano  che a prima  vista ci lascia sconcertati.  Ci presenta  un Gesù scostante,  che maltratta una  povera donna, la quale chiede la guarigione  della figlia, ma che ha un difetto  «grave»: appartiene a un popolo tradizionalmente nemico  di Israele.

Tralasciamo  per un momento Gesù e ci concentriamo  sull’evangelista Matteo.  Quando scrive il vangelo, già tanti pagani hanno aderito alla fede; inoltre l’azione missionaria di Paolo,  ma anche  degli altri apostoli, ha tracciato una strada irreversibile nella vita della Chiesa primitiva. Tuttavia, sappiamo che Matteo  scrive per la sua comunità formata  principalmente da cristiani provenienti  dall’ebraismo e probabilmente alcuni  di essi avevano ancora una mentalità integralista  e si ritenevano superiori  agli ex-pagani.  Il suo vangelo si conclude decisamente con un mandato missionario universale: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome  del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo…» (28,18-19). Questo episodio va letto e compreso in questo contesto.
La donna cananea  si rivolge a Gesù, riconoscendolo Signore e Messia, per chiedere umilmente la guarigione della figlia. Gesù la ignora. La donna insiste, tanto  che i discepoli  ne provano fastidio  e chiedono a Gesù di congedarla (il primo  significato del verbo greco è proprio questo). Gesù conferma  che è venuto  solo per Israele. E quando la donna, gettandosi ai piedi di Gesù e impedendogli di proseguire nel cammino, chiede aiuto, chiamandolo di nuovo  «Signore», sentiamo una risposta perfino  offensiva: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo  ai cagnolini».  Il diminutivo attenua solo un poco il disprezzo, perché gli Israeliti insultava- no gli stranieri,  chiamandoli «cani». Perché Matteo  è giunto  fino a questo  punto nel suo racconto? Lo capiamo quando leggiamo  la risposta  della donna: «È vero, Signore, eppure i cagnolini  mangiano le briciole che ca- dono  dalla tavola dei loro padroni». Qui voleva arrivare Matteo: far dire alla donna una espressione di una umiltà  e di una  fede straordinaria. A tanto  la porta  il desiderio  di vedere guarita la figlia e il riconoscimento della potenza salvifica di Gesù. Quando Gesù gratifica la donna di un elogio straordinario, Matteo raggiunge il suo scopo. Dapprima ha fatto assumere a Gesù la par- te dell’israelita integralista, poi, una  volta condotta la donna all’espressione massima della sua fede, attraverso l’elogio, insegna ai cristiani ancora un po’ Ebrei che nella fede non c’è distinzione tra ex-Ebrei ed ex-pagani, anzi a volte i secondi  esprimono una fede più grande. E tanto basti per riaffermare la chiamata universale alla salvezza e per debellare  la pretesa superiorità degli Israeliti battezzati.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

1. La donna cananea affronta un lungo  viaggio alla ricerca di Gesù. Ella è mossa dalla situazione della figlia. Noi, forse, non  abbiamo la stessa urgenza,  ma, quanto desideriamo incontrare il Signore e quali sacrifici siamo disposti  ad affrontare,  per incontrarlo e per chiedere  il suo aiuto?

2. I discepoli sono infastiditi dall’insistenza  della È la reazione  abituale  di chi pensa ai propri  disagi e non si preoccupa di comprendere fino in fondo le esigenze di chi chiede aiuto. Capita anche a noi?

3. La donna non si scoraggia, insiste, ma con umiltà. Non ci è facile mettere insieme  il nostro  bisogno  con la perseveranza paziente e umile nella richiesta di aiuto al Signore. La donna ha una fede che sposta le montagne e spinge il Messia a cambiare  atteggiamento verso di lei.

4. «Donna, grande è la tua fede!». Ci piacerebbe ricevere lo stesso elogio da Gesù. Ci possiamo arrivare, non è impossibile.

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Affidiamo al Signore con insistenza e con umiltà una difficoltà che stiamo  affrontando.


Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2017

 

 

Pubblicato il

5. Perdono e Preghiere dei Fedeli – 16 agosto 2020

16 agosto
20ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

La salvezza è per tutti i popoli

RICHIESTA DI PERDONO

  • Signore Gesù, che sei venuto a cercare chi era perduto, abbi pietà di noi.

  • Cristo, che hai dato la vita in riscatto per tutti, abbi pietà di noi.

  • Signore Gesù, che doni la tua salvezza ha chi la cerca con fede, abbi pietà di noi.

PREGHIERA UNIVERSALE

Celebrante. Fratelli e sorelle carissimi, la salvezza di Dio è per tutti i popoli della terra. La Chiesa ha ricevuto da Gesù il mandato di trasmettere a tutti il suo amore per l’umanità. Preghiamo insieme e diciamo:

Nel tuo amore, salvaci, o Signore.

  • Per la Chiesa, affinché in essa non esistano divisioni di razze, di culture, di lingue, ma la fede in Gesù unisca tutti i fratelli come figli di Dio, preghiamo.

  • Per la comunità civile, perché sappia aprirsi con generosità all’accoglienza di chi fugge dalla guerra, dalla violenza e dalla miseria, preghiamo.

  • Per la nostra comunità, perché sia aperta alle sofferenze delle famiglie che sono visitate dalla malattia e dalla sofferenza, preghiamo.

  • Per tutti noi, perché i silenzi di Dio non spengano la nostra fede, ma la rafforzino e purifichino, preghiamo.

Celebrante. O Padre, nel tuo disegno di salvezza hai voluto includere tutti i popoli della terra: fa’ che sull’esempio del tuo Figlio Gesù ci impegniamo a costruire un’umanità tenuta insieme dall’unica legge dell’amore. Per Cristo nostro Signore.

Pubblicato il

6. Vignetta di RobiHood – 16 agosto 2020

16 agosto
20ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

La salvezza è per tutti i popoli

per scaricare sul tuo pc l’immagine in formato grande e colorabile,
cliccaci sopra col tasto destro del mouse e scegli “Salva immagine con nome“.

 


Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco

Pubblicato il

1. Letture e orazioni – 9 agosto 2020

9 agosto

19ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

ANNO A

ANTIFONA

Sii fedele, Signore, alla tua alleanza,
non dimenticare mai la vita dei tuoi poveri.
Sorgi, Signore, difendi la tua causa,
non dimenticare le suppliche
di coloro che t’invocano.               Sal 73,20.19.22.23

COLLETTA

Dio onnipotente ed eterno,
che ci dai il privilegio di chiamarti Padre,
fa’ crescere in noi lo spirito di figli adottivi, perché possiamo entrare
nell’eredità che ci hai promesso.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…

Oppure:

Onnipotente Signore, che domini  tutto il creato, rafforza la nostra fede
e fa’ che ti riconosciamo presente
in ogni avvenimento della vita e della storia, per affrontare serenamente  ogni prova
e camminare con Cristo verso la tua pace.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…

PRIMA LETTURA

Fermati sul monte alla presenza del Signore.

Dal primo  libro dei Re                                  19,9a.1  -13a

In quei giorni,  Elia, [essendo giunto  al monte  di Dio, l’Oreb], entrò in una caverna per passarvi la notte, quand’ecco gli fu rivolta la parola del Signore in questi termini: «Esci e fèrmati sul monte alla presenza del Signore».
Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore,  ma il Signore  non  era nel vento. Dopo  il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto.
Dopo  il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco.  Dopo  il fuoco,  il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna.

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE    Sal 84 (85)

Mostraci, Signore, la tua misericordia.

Mostraci, Signore, la tua misericordia.
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.

Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà  dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.

Certo, il Signore donerà  il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino.

SECONDA LETTURA

Vorrei essere io stesso anàtema, separato da Cristo, a van taggio dei miei fratelli.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani    Rm 9,1-5

Fratelli, dico  la verità in Cristo, non  mento,  e la mia coscienza  me ne dà testimonianza nello  Spirito Santo: ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua.  Vorrei infatti essere io stesso  anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei  secondo la carne. Essi sono Israeliti e hanno l’adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse; a loro appartengono i patriarchi e da loro proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli.  Amen.

Parola di Dio.

ACCLAMAZIONE AL VANGELO

Alleluia, alleluia.

Io spero, Signore.
Spera l’anima mia, attendo la sua parola.    Sal 129,5

Alleluia.

VANGELO

Comandami di venire verso di te sulle acque.

Dal vangelo secondo  Matteo                        Mt 14,22-33

[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito  Gesù costrinse  i discepoli a salire sulla  barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte,  in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù,  da solo.
La barca intanto  distava già molte  miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte  egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito  Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono  io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo  che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito  Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».
Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono  davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».

Parola del Signore

ORAZIONE SULLE OFFERTE

Accogli con bontà, Signore, questi doni
che tu stesso hai posto nelle mani della tua Chiesa,
e con la tua potenza trasformali per noi
in sacramento di salvezza.
Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE

Gerusalemme, loda il Signore,
egli ti sazia con fiore di frumento.        Sal 147,12.14

Oppure:

I discepoli sulla barca
si prostrarono davanti a Gesù ed esclamarono:
«Tu sei veramente il Figlio di Dio!».              Mt 14,33

ORAZIONE DOPO LA COMUNIONE

Accompagna con la tua continua protezione, Signore,
La partecipazione a questi sacramenti salvi il tuo popolo, Signore,
e lo confermi nella luce della tua verità. Per Cristo nostro Signore.

 

Pubblicato il

2. Introduzioni – 9 agosto 2020

9 agosto

19ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Gesù ci prende per mano

Oggi Matteo racconta uno degli episodi che da sempre colpisce la fantasia di chi lo ascolta. Gesù che cammina sulle onde del mare di Galilea rivela se stesso nella sua divinità, perché Dio per ogni ebreo era il Signore delle acque. Al vedere Gesù camminare sulle acque i discepoli sono sconvolti. Pietro invece ne è affascinato e chiede di seguirlo sulle onde. Ma non ci riesce a causa della sua fede debole.

PRIMA LETTURA

Fermati sul monte alla presenza del Signore.                          

Il profeta Elia, perseguitato dalla regina Gezabele, giunge al monte di Dio, l’Oreb. Il Signore gli si presenta, ma non è nel vento, né nel terremoto, né nel fuoco, ma nel mormorio di un vento leggero.

Dal primo libro dei Re.                                                                                      1Re 19,9a.11-13a

SALMO RESPONSORIALE                                                                    Dal Salmo 84 (85)

Nella seconda parte del salmo 84, il salmista ricorda che incontrare Dio significa essere disposti ad ascoltarlo. Seguire lui e la sua parola porta sicurezza e pace.

Rit. Mostraci, Signore, la tua misericordia.

SECONDA LETTURA

Vorrei essere io stesso anàtema, separato da Cristo, a vantaggio dei miei fratelli.

Nel brano di Paolo tutto l’amore dell’apostolo verso il popolo ebraico, il suo popolo, e tutto il dolore perché non è disposto ad accogliere Gesù. Eppure, dice Paolo, essi a pieno titolo sono inseriti nella storia della salvezza.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani.                                                          Rm 9,1-5

VANGELO

Comandami di venire verso di te sulle acque.                                     

Dopo il miracolo della moltiplicazione dei pani, Gesù si ritira in preghiera. Poi va incontro agli apostoli, che si trovano nella barca agitata dalle onde del mare in tempesta. Pietro chiede di poterlo raggiungere, ma non ha abbastanza fede per stare a galla.

Dal vangelo secondo Matteo.                                                                                  Mt 14,22-33

 

 

 

Pubblicato il

3. Annunciare la Parola – 9 agosto 2020


9 agosto
19ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Gesù ci prende per mano


PER RIFLETTERE E MEDITARE

Matteo racconta che a sera, dopo aver moltiplicato i pani e i pesci, Gesù congeda la folla e dice agli apostoli di salire sulla barca e di attenderlo al di là del lago, mentre lui si ritira in preghiera. Ma sul finire della notte, il lago si agita e così anche l’animo degli apostoli. È a questo punto che compare Gesù, che si avvicina a loro camminando sulle acque. Alla sua vista gli apostoli hanno la reazione più impensabile: lo prendono per un fantasma e si mettono a gridare per la paura. Quando Gesù li rassicura e incoraggia, Pietro chiede di poterlo raggiungere sulle acque. Ma sentendosi andare a fondo perde la fiducia e si merita il rimprovero di Gesù: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».

La fede di Pietro messa alla prova

L’episodio evangelico è fortemente simbolico e, contrariamente al solito, afferma in forma esplicita la volontà dell’evangelista di dichiarare la sovranità di Gesù, pari a quella di Jahvè, Signore delle acque.
Pietro, incoraggiato dalla parola del Maestro, chiede di seguirlo, ma non ce la fa. La sua fede si aggrappa più alla ragione che alla cieca fiducia in chi lo precede sull’acqua.
Come dicevamo, l’episodio è simbolico. Pietro è al centro delle attenzioni della comunità cristiana. Le note biografiche su di lui nei Vangeli sono molto più abbondanti che per qualsiasi altro. Più volte si rivela intraprendente, è sempre il primo a prendere posizione su Gesù. Nello stesso tempo fa fatica a schierarsi fino in fondo, e durante la passione di Gesù affermerà per tre volte di non conoscerlo, di non essere un suo discepolo.
Agli inizi della Chiesa, Paolo lo rimprovera proprio per la sua ambiguità: Pietro si è aperto per primo ai pagani, ma teme di rendere pubblica e ufficiale la sua iniziativa (Gal 2,6-14). Così è nell’episodio che abbiamo appena ascoltato. Da una parte la sua audacia e intraprendenza, al limite della temerarietà. Dall’altra l’indecisione e la mancanza di fede.
Pietro è al centro dell’episodio, sia per la posizione che ha sempre avuto durante la vita pubblica di Gesù, sia per quella che avrà nella Chiesa primitiva e nella storia. Una fede piccola però quella di Pietro, una fede ancora bisognosa di fermezza, e che cresce nel dubbio e nella fatica.

La Chiesa di Gesù

L’episodio è figura della Chiesa, piccola barca tra le tempeste del mondo. E Pietro, che pure la guida, non ci vede chiaro, chiede un segno, sta per affondare, ed è grazie a Gesù, che gli tende una mano e lo solleva, che si salva.
L’episodio si riferisce alla Chiesa nella sua storia, condotta da guide che si trovano così spesso nella condizione degli apostoli, come su una nave sballottata dalle onde. E a portare la calma è la parola di Gesù risorto.
Ricordiamo che an­che dopo la sua risurrezione Gesù viene scambiato per un fantasma, e anche di fronte a lui, che si presenta vivo, hanno dubitato: «Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: “Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho”» (Lc 24,37-39).
Sarà così nella Chiesa di tutti i secoli. Per il successore di Pietro e per i singoli cristiani. Di fronte alla possibilità di gesti coraggiosi, che ci rendono più simili al Maestro, dopo un momento di slancio prevale la prudenza, il realismo piatto di chi ha paura di rischiare troppo, la scelta di comportamenti più ragionevoli, mentre la parola di Gesù ci inviterebbe a non fermarci, a proseguire con audacia, ad avere una fede più ferma.
Questa è la Chiesa. Gesù è sul monte che prega per noi, che siamo come una barchetta affidata alle onde in tempesta e pieni di paura.

Dio calma le acque della nostra vita

Nella prima lettura viene presentato il racconto dell’audacia del profeta Elia, che dopo aver sfidato i 400 sacerdoti di Baal, viene braccato dalla collera della regina Gezabele ed è costretto a mettersi in salvo. Giunto a fatica sull’Oreb, Dio gli si rivela, ma non nel vento, nel terremoto o nel fuoco, ma nel sussurro di una brezza leggera.
Nell’esperienza di Pietro e degli apostoli, come in quella di Elia, si ha la sensazione di sentirsi lasciati a se stessi, abbandonati anche da Dio. Un Dio che si rivela e non si rivela, che può assumere l’apparenza di un fantasma o presentarsi in un soffio leggero e non travolgente e che sembra lasciarti nella tua debolezza. Ancora una volta comprendiamo che l’esperienza cristiana è destinata a persone coraggiose, ma che sanno mettersi incondizionatamente nelle mani di Dio e accettare, pur indifesi, le sfide della vita. Ci sono infatti dei momenti in cui sembra che tutto ci crolli addosso: la perdita del posto di lavoro, una grave malattia, la scomparsa di una persona cara… Quello che era il mare calmo si fa tempesta. Allora ci rivolgiamo a Dio, ci aggrappiamo a lui come all’ultima speranza. Ci facciamo delle domande, vorremmo anche noi chiedere: «Se sei veramente tu, perché non mi prendi per mano e mi sollevi?». Ma Gesù il più delle volte non compie il miracolo. Ci chiede invece di avere una fede più grande. E c darà sicuramente la mano che ci sorreggerà mentre camminiamo sulle acque in tempesta.

 UN FATTO – UNA TESTIMONIANZA

Dice il pastore battista inglese John Bunyan (1628-1688), facendo parlare Gesù: «Seguire me non è come seguire altri maestri. Il vento mi sbatte sempre contro il viso, e per questo la rabbia spumeggiante del mare di questo mondo, e le sue onde orgogliose e altere percuotono continuamente i fianchi della barca o della nave nella quale ci troviamo io, la mia causa e i miei seguaci; chi pertanto non vuole correre pericoli o ha paura di rischiare di annegare, non metta piede in questo vascello».

Pubblicato il

4. Parola da Vivere – 9 agosto 2020

9 agosto
19ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Gesù ci prende per mano

COMMENTO

L’esperienza della moltiplicazione dei pani e dei pesci è stata troppo forte, sembra che gli apostoli vogliano gustarsi il successo, così Gesù deve imporsi  perché partano  ed è lui che si incarica  di congedare  la folla, togliendo loro un’altra «scusa» per fermarsi. È una costante in Gesù: quando sperimenta il «successo», si allontana e allontana i suoi. È un paradosso per i cristiani:  il successo è pericoloso, il fallimento (la croce) porta  la salvezza. Questo  perché  il successo facilmente  dà alla testa e alimenta l’orgoglio e la vanità.  Mentre  chi sale sulla croce parte dall’amore e produce  amore,  fino alla risurrezione.

Egli si ferma per pregare, da solo, cioè a diretto  contatto  con il Padre,  per fare il punto della situazione e «programmare» il seguito.  Perciò arriva il momento di mostrare ai discepoli un’altra azione da Dio: camminare sulle acque del mare, che secondo  il Primo  Testamento è proprio un’azione che solo Dio può compiere.

A questo  punto Matteo presenta  i discepoli  di «poca fede». Infatti,  restano  sconvolti  e dicono  di vedere un fantasma. Gesù deve incoraggiarli e invitarli a non avere paura,  perché lui è il Figlio di Dio. Nel testo greco Gesù dice: «Io sono». Nell’intenzione dell’evangelista questa è una rivelazione  di identità divina, che si poggia su una prova:  camminare sul mare.  Per questo  egli conclude l’episodio con la prostrazione dei discepoli e con la loro professione di fede: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».

Matteo ha una scena che non si trova negli altri van- geli. Pietro chiede  di camminare sul mare come Gesù. Non può sfuggire il significato teologico  e simbolico di questa scena. Pietro nel vangelo di Matteo è il portavoce degli altri discepoli.  La sua richiesta  è quella  di tutti  e della Chiesa intera: fare le stesse cose di Gesù. Gesù non è geloso delle proprie  prerogative  e dei propri  poteri, vuole condividerli e lo fa. I primi passi di Pietro sono la dimostrazione che Gesù veramente comunica i suoi poteri agli apostoli. Poi viene fuori la poca fede. Continuare a credere nella presenza salvifica di Cristo, dopo l’Ascensione, quando infuria il vento della persecuzione, richiede una fede forte e grande, quella che Pietro ancora non ha. L’esperienza dell’affondare, sia per chi crede che per chi non  crede, facilmente  spinge a una  preghiera  vera, anche  se interessata:  «Signore, salvami!». La mano tesa del Signore, anche se precede un rimprovero, tuttavia af- ferra e salva sempre colui che prega.

Anche le comunità ecclesiali, piccole o grandi, sono come Pietro. Hanno in mano il tesoro del potere salvifico di Cristo e a volte si perdono nell’autosufficienza, nell’orgoglio o nella vanità dell’autoesaltazione. A loro è richiesto di riconoscere la propria  debolezza e gridare. In- vece nella storia della Chiesa e anche oggi ci sono movimenti e gruppi che si sentono e si dicono «migliori» degli altri, più «ortodossi», più «fedeli», più papalini del papa. Forse nemmeno se ne accorgono,  quando stanno per affondare.

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

Cercare il successo nell’evangelizzazione è lo stesso desiderio  di Gesù. Lui, però, sapeva che il vero successo passa attraverso  la croce. Noi corriamo il rischio di cercare il successo per noi stessi, per godercelo.  Ringrazia- mo il Signore, quando ci «costringe» ad allontanarci da esso.

2. Il Signore ci viene incontro sempre, quando siamo in difficoltà. Noi vogliamo che si presenti  a modo nostro; invece lui, risorto, ci sembra un fantasma e noi possiamo non riconoscerlo, per come si comporta. Pare che lui sia abituato ad intervenire a modo suo. Sta alla nostra fede riconoscerlo e accoglierlo sulla barca del nostro viaggio.

3. «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». È una sfida al Signore, ma Pietro non si accorge di sfidare se stesso e la propria fede, per questo inizia ad affondare. Non c’è bisogno di sfidare il Signore, ci ha già dato tutto.

4. «Signore, salvami!». «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Un grido, una mano che ci afferra e un rimprovero. C’è tutta la storia della nostra  piccola e fragile fede. Ma il Signore non  viene meno,  mai. Lui è fedele.

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Nelle difficoltà che incontriamo, rinnoviamo la nostra fiducia nell’intervento del Signore, a modo suo.


Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2017