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2. Letture e introduzioni – 1 gennaio 2021

1 gennaio 2021

MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO

Un nuovo anno nel nome di Gesù e di Maria

Iniziamo un anno nuovo nel nome di Gesù e di Maria. 365 giorni davanti a noi da accogliere come un dono di Dio. «Il Signora faccia risplendere per te il suo volto»: è la benedizione di Dio sull’anno nuovo. Noi la chiediamo, l’imploriamo. Oggi in qualche modo è anche la festa del Padre, fonte di ogni bene, di tutto ciò che esiste e causa finale di ogni cosa. Si sa che il calendario è una convenzione sociale, ma il primo gennaio è un giorno carico di simboli e in tutti noi c’è molta speranza e il desiderio di ripartire bene.

PRIMA LETTURA

Porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò.

È la formula di benedizione sacerdotale, che invoca il nome di Dio sul popolo. Il Signore promette di rendersi presente, di venire in aiuto. È una benedizione antica che risale a migliaia di anni fa. Oggi quelle parole non hanno perso la loro freschezza e il loro significato: si chiede a Dio di benedire i giorni che ci stanno davanti in questo inizio di un nuovo anno

 Dal libro dei Numeri.                                                                                                   Nm 6, 22-27

Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: “Così benedirete gli Israeliti: direte loro:
Ti benedica il Signore e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace”.
Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò».

Parola di Dio.

 

 SALMO RESPONSORIALE                                                                     Dal Salmo 66 (67)

Il salmista invoca la benedizione del Signore, la sua benevolenza sui suoi giorni. Ma anche il riconoscimento della sua signoria e bontà da parte di tutti i popoli.

Rit. Dio abbia pietà di noi e ci benedica.

Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.

Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.

Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.

SECONDA LETTURA

Dio mandò il suo Figlio, nato da donna.

Gesù nasce al tempo stabilito, «nella pienezza dei tempi»: realizza le Scritture e colma le attese dei giusti d’Israele. Gesù, dice Paolo, «nasce da donna». Ed è l’unico accenno dell’apostolo a Maria. Lo scrive per ricordare che Gesù ha assunto fino in fondo la nostra condizione umana e si è radicato in un popolo, accettandone le usanze e la legge mosaica. È così che Gesù ci ha riscattati e resi figli di Dio.

 Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Galati.                                              Galati 4, 4-7

Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli.
E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abbà! Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se figlio, sei anche erede per grazia di Dio.

Parola di Dio.

 VANGELO

I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino. Dopo otto giorni gli fu messo nome Gesù.

Nel breve brano, la descrizione dello stato d’animo di Maria, che riflette su ciò che avviene attorno alla grotta: la presenza dei pastori, le parole degli angeli. Infine la circoncisione: un rito antico e pieno di significato per gli ebrei che attendevano il messia. È adesso che san Giuseppe impone al bambino il nome di Gesù, che si inserisce con questo rito nel popolo ebraico.

Dal vangelo secondo Luca.                                                                                           Lc 2, 16-21

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

Parola del Signore.

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3. Annunciare la Parola – 1 gennaio 2021


1 gennaio 2021

MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO

Un nuovo anno nel nome di Gesù e di Maria

PER RIFLETTERE E MEDITARE

Al termine di un anno si fanno i bilanci, ci si guarda indietro, si ringrazia, si chiede perdono. Il Creatore ci benedice, chiama all’esistenza ogni cosa, la mantiene in vita. Dà a ogni creatura il necessario per vivere ed essere felice. Il primo grazie dobbiamo dirlo proprio al Dio della vita e il primo «sì» che dobbiamo pronunciare è il sì alla vita che ci è stata donata, alla nostra esistenza: grazie perché all’inizio di questo nuovo anno siamo qui, ci siamo.

Il giovane ebreo Gesù
Oggi ricordiamo che al figlio di Maria e di Giuseppe, al Figlio di Dio, viene dato il nome di Gesù. Un nome che ci è caro, un nome che deriva dalla radice ebraica jasha’, che significa «salvare». E indica esattamente ciò che Gesù realizzerà nella sua vita. Uomo tra gli uomini, Gesù assume un nome comune tra la gente di Galilea e accetta di sottomettersi al rito della circoncisione. Diventa per sempre un ebreo, entra giuridicamente in un popolo. In Giuseppe è discendente di Davide, fa parte di una famiglia concreta, vivrà tra la gente della piccola cittadina Nazaret.

Un anno di pace
L’anno si apre nel segno della pace. La pace è un bene immenso, e dovrebbe timbrare ogni giorno del nostro calendario. Pace vuol dire fraternità, rispetto per il mondo e la natura. Ma quante guerre nel mondo anche nei nostri giorni, che creano infelicità, miseria, emigrazione.
«Se un uomo selvaggio ha in mano una pietra, può fare del male al prossimo», ha detto Albert Einstein: «ma se l’uomo − restando selvaggio − ha in mano una bomba atomica, io non so più a quali conseguenze possa andare incontro».
La nostra piccola pace che vivremo ogni giorno, esprimerà il nostro desiderio che la pace raggiunga ogni angolo della terra. S’impara da piccoli a diventare operatori di pace. Molto presto ciascuno deve sapersi assumere una fetta di responsabilità, sentirsi coinvolto da ciò che capita attorno a lui. «Sono disposto a camminare con un cuore riconciliato e vivere in pace con coloro che mi circondano?» (Frère Roger di Taizé).
La pace la coltiviamo dentro di noi, è nelle nostre mani. Ma quante persone non se ne rendono conto e non sono consapevoli del peso delle loro scelte. Ed è tragico se si tratta dei grandi della terra, dei responsabili del mondo.   

La Madre di Dio
Oggi è la festa di Maria, la madre di Dio. È questo il titolo più importante che le viene dato ed è ciò che la rende grande. È il primo dogma mariano, mai definito, ma alla radice di ogni riconoscimento. «Nato da donna», dice Paolo, per indicare l’umiltà di Gesù e la sua piena umanità. Ogni nascita rende madre una donna. Maria con la nascita di Gesù diventa Madre di Dio!
Maria è la benedetta, pienamente coinvolta nei piani di Dio. Partecipa lucidamente a ogni avvenimento. È una ragazza che riflette su ciò che sta vivendo, vi aderisce, collabora. Maria guarda Gesù e contempla il mistero che nasconde: è coinvolta nella sua nascita, lo accompagna nella sua crescita. Ma   per tutta la vita dovrà interrogarsi su questo figlio speciale, nato dallo Spirito, che cresce in un quotidiano che non lascia trapelare la sua piena identità.
Se non abbiamo un ritratto del vero volto di Gesù, né di Maria, siamo però certi che si assomigliavano come due gocce d’acqua. Fisicamente, certo. Ma anche nella personalità, perché con il tempo si sono fatti simili. Gesù sin da piccolo alla scuola di Maria, ma poi sempre più Maria alla scuola di Gesù, Figlio di Dio.
Durante la vita pubblica Maria seguirà Gesù da lontano, più con il cuore che mettendosi al suo seguito. Ma la troveremo con gli apostoli quando scenderà su loro lo Spirito Santo e nascerà la Chiesa.

Davanti a un anno nuovo
Abbiamo appena concluso un anno e diamo inizio a un anno nuovo. In questo nuovo anno molte cose dipenderanno da noi e dobbiamo tenerci pronti ad affrontarle con fede e con coraggio. Avvenimenti quotidiani che conosciamo già e che possiamo prevedere. Con quale spirito li vivremo? Il rischio è di affrontarli in modo ripetitivo e stanco. Altre cose saranno impreviste e non dipenderanno da noi: ci mettiamo nelle mani di Dio, vogliamo tenerci pronti, renderci forti, robusti, prendere sul serio la vita e le giornate che ci aspettano. Decidiamo di viverle e alla presenza di Dio. Riempiendo di amore i giorni che il Signore del tempo ci dona. Il nuovo anno presenta i suoi 365 giorni per fare di noi qualcosa di speciale. Un detto popolare dice che «il tempo è denaro». In realtà è molto, molto di più.

UN FATTO – UNA TESTIMONIANZA

«Ci sono due diversi modi di vivere, di partecipare alla vita: da impiegato, da tecnico: utile, preciso, affidabile, come le rotaie di un treno, ma indifferenti a ciò che trasportano, alla meta da raggiungere. Oppure da innamorato, da creativo: da persona viva e attiva, entusiasta, che diffonde e invita a scelte con cadute benefiche su tutti» (fratel Igino Trisoglio).

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4. Parola da Vivere – 1 gennaio 2021

1 gennaio 2021

MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO

Un nuovo anno nel nome di Gesù e di Maria

COMMENTO

La parola di Dio illumina l’anno civile, che si apre oggi. La giornata mondiale della pace, di fronte alla «terza guerra mondiale» denunciata più volte da papa Francesco, resta pur sempre un invito pressante a tutti gli uomini e le donne di buona volontà a costruire la pace nel mondo. La pace è anzitutto dono di Dio, e questo per i credenti significa che il primo atto per promuoverla è invocare la benedizione del Signore. La preghiera sincera e costante cambia i cuori, anzitutto di chi prega, e ci rende veri operatori di pace. E di benedizione di Dio l’umanità e la terra oggi hanno un bisogno vitale e pressante.
Così la prima lettura annuncia che Dio, attraverso i suoi ministri, benedice il popolo di Israele, il quale ci tiene a sentire le parole che assicurano la protezione e i doni del Signore. Ma la Sacra Scrittura molte volte invita a benedire Dio. È questo il modo che noi abbiamo per accogliere i doni del Signore e ringraziarlo, non solo con la voce, ma con la vita.
Nella pienezza del tempo è Gesù che porta la bene- dizione più vera e definitiva, quella che realizza la pace nel mondo e la salvezza dell’umanità tutta. Lo fa diventando “carne” come noi, condividendo la condizione umana in tutte le sue sfaccettature: il corpo, le relazioni faccia a faccia, la debolezza, la sofferenza, la sottomissione alla Legge, l’appartenenza alla società umana, l’immersione nel tempo e nello spazio… tutto, eccetto il peccato. È comunque un’umiliazione, ma lui l’ha voluta, altrimenti non avrebbe potuto salvarci. E lui, come il Padre e lo Spirito, ci teneva tanto da sacrificare la sua condizione divina, in attesa di sacrificare anche la sua umanità e farsi annientare su una croce. Si chiama Gesù e porta già nel suo nome la sua missione: Dio-salva.
La porta, che, aprendosi, permette l’ingresso del Ver- bo incarnato nel mondo è una donna, Maria. Non una principessa, ma una ragazza piccola e povera, che abita in un paesino sperduto, Nazaret, nella disprezzata Gali- lea. Ma lì è iniziata la nuova creazione, quella che fa nuove tutte le cose, perché il concepimento è già l’incarnazione del Figlio di Dio.
E la seconda lettura ci porta a riconoscere che tutti gli uomini sono figli di Dio, anche quelli che non lo sanno. Per questo noi cristiani, diventati figli nel Figlio con il battesimo, abbiamo due compiti: chiamando Dio «Abbà», siamo impegnati a godere la gioia di questa figliolanza con una vita coerente nella fraternità; abbiamo anche il compito di rivelare a chi non lo conosce il dono del Padre in Cristo Gesù, facendolo vedere con la vita.
E «Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore». Certo, quasi tutte le madri lo fanno nei confronti del figlio. Però Maria è speciale pure in questo. Anche se non comprende tutto fin dall’inizio, perché anche lei, come noi, deve camminare nel- la fede, Maria è la riempita di grazia, coperta dall’ombra dello Spirito, e legge tutto ciò che avviene con una profondità inaudita. La parola di Dio che ha accolto nella fede, e nel suo grembo è diventata carne, continua ad abitare in lei stabilmente: è Maria la casa della Parola. La conserva e la medita, per poterla donare al mondo non solo nel Natale, ma ogni giorno, anche oggi.
Chi ci rappresenta nel vangelo di oggi sono i pastori, a quel tempo categoria tra le più disprezzate, anche se discendenti di Abramo, pastore pure lui. Destinatari dell’annuncio unico, ricevono la bella notizia dagli angeli: «…è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore». Ci credono e senza perdere tempo vanno alla grotta ed evangelizzano Maria e Giuseppe. Già, perché annunciano a Maria e a Giuseppe la bella notizia che hanno ricevuto, come conferma di ciò che essi hanno vissuto in prima persona con trepidazione e gioia grande. Sono essi a celebrare il primo Natale, «glorificando e lodando Dio».

SPUNTI PER L’ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA

  1. «Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio». Se la pace nel mondo non c’è, non dipende dalla benedizione di Dio, ma dalla carenza di amore e di fede negli uomini. Noi cristiani sappiamo invocare da Dio e costruire con le nostre mani la pace dentro di noi, nella nostra famiglia, sul lavoro, nelle relazioni, nella parrocchia, nella società civile?
  2. Gesù ha accettato ogni umiliazione e sofferenza per salvarci. Magari, per collaborare con il Signore a salvare le persone con cui viviamo, ci toccherà mettere da parte l’orgoglio e le nostre buone ragioni e accettare qualche sofferenza. Pensiamo che ne valga la pena?
  3. Maria, la riempita di grazia, conserva la Parola e la medita. Cosa possiamo fare perché la parola di Dio, che ascoltiamo nella Liturgia, non si sciolga come neve al so- le, ma porti frutti abbondanti e duraturi?
  4. I pastori, ricevuta la bella notizia, la portano a quelli che incontrano. Il vangelo ci è donato perché illumini la nostra mente, scaldi il nostro cuore e ci metta in movimento verso gli altri.

PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA

Portiamo in famiglia la benedizione del Signore, facendo pace, o anche aiutando qualche parente a fare pace.


Tratto da: Messale delle domeniche e delle feste – Elledici – 2017

 

 

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5. Perdono e Preghiere dei Fedeli – 1 gennaio 2021

1 gennaio 2021

MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO

Un nuovo anno nel nome di Gesù e di Maria

RICHIESTA DI PERDONO

  • Signore Gesù, generato prima dei secoli e fatto uomo per mostrarci la misericordia di Dio, abbi pietà di noi.
  • Cristo, che ti sei fatto carne nella nostra debolezza, perdona le nostre infedeltà e la nostra fragilità, abbi pietà di noi.
  • Signore Gesù, che ti sei fatto nostro compagno per rivelarci l’amore del Padre, abbi pietà di noi.

PREGHIERA UNIVERSALE

Celebrante. Fratelli e sorelle carissimi, all’inizio di un nuovo anno affidiamo al Padre le attese e le speranze di ciascuno di noi, ma anche quelle dell’intera umanità.

Nel nome di Maria, ascoltaci, Signore.    

  • Guarda la tua Chiesa, Signore Gesù, rendila fedele, salda nella fede e operosa nella carità, per essere nel mondo segno di fraternità e di pace. Preghiamo.
  • Per tutti gli operatori di pace, perché con il tuo aiuto, o Padre, sappiamo costruire un’umanità pienamente riconciliata, preghiamo.
  • Per tutte le mamme e le donne del nostro tempo, perché non si stanchino di promuovere nelle famiglie e nella società gesti di bellezza e di amore. Preghiamo.
  • Per tutti noi, affinché il Signore Gesù che in ogni Eucaristia si fa pane di vita per noi, ci renda più nuovi e più simili a lui, preghiamo.

Celebrante. O Padre, principio e fine di tutte le cose, per intercessione di Maria, vergine e madre, ascolta le preghiera del tuo popolo e donaci oggi e sempre la tua benedizione. Per Cristo nostro Signore.

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6. Vignetta di RobiHood – 1 gennaio 2021

1 gennaio 2021

MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO

Un nuovo anno nel nome di Gesù e di Maria

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Pubblicazioni di Roberto Benotti (RobyHood) presso Elledici:

Laudato sii

Ancilla Domini

Un anno straordinario

Sorrisi divini

I Love Francesco

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2. Introduzioni – 25 dicembre 2020

25 dicembre

NATALE DEL SIGNORE

È nato per noi un Salvatore, Cristo Signore

A Natale la festa esplode tra un balenare di luci e di stelle. Gesù nasce per tutti e la festa coinvolge ogni angolo della terra, anche se non tutti festeggiano la nascita di Gesù. Nelle nostre città, paesi e borghi in questa notte santa molti si ritrovano in chiesa immedesimandosi in quei pastori in veglia che corrono alla grotta, guidati dalla stella e invitati dagli angeli per gioire della nascita del Figlio di Dio.

MESSA VESPERTINA DELLA VIGILIA

PRIMA LETTURA

Il Signore troverà in te la sua delizia.

Il profeta Isaia non si stanca di seminare speranza, contro ogni evidenza. E annuncia agli ebrei in esilio il rifiorire di Gerusalemme e del popolo. Gerusalemme è la sposa di Jahvè, città della pace per tutti i popoli.

 Dal libro del profeta Isaia.                                                                           Is 62,1-5

 SALMO RESPONSORIALE                                                             Dal Salmo 88 (89)

Il Signore è fedele alla sua alleanza. Le promesse fatte a Davide e alla sua discendenza si realizzano con la nascita a Betlemme del Cristo Gesù.

Rit. Canterò per sempre l’amore del Signore.

 SECONDA LETTURA

Testimonianza di Paolo a Cristo, figlio di Davide.

Paolo ad Antiochia racconta per gli ebrei la storia della salvezza, a partire dai patriarchi e dai grandi re di Israele. È dalla loro discendenza che proviene Gesù. Giovanni lo annuncia al popolo come il messia che deve venire.

 Dagli Atti degli Apostoli.                                                          At 13, 16-17.22-25

 VANGELO

Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide.

La genealogia di Gesù: Dio si rivela nel tempo. Nella pienezza dei tempi si è fatto bambino, si è rivelato nella storia. La genealogia è divisa in tre parti, ciascuna composta di 14 nomi. Al centro è il re Davide, da cui discende Gesù, per via di Giuseppe, sposo di Maria. I nomi della genealogia sono scelti con criteri teologici e strumentali, non storici. Compaiono spesso peccatori, gente crudele e malvagia, gente infedele… Gesù è un fiore che sboccia in una storia che conosce il peccato per diventare il primo uomo di una nuova umanità.

La seconda parte del Vangelo presenta una sintesi della nascita di Gesù. Qui il più coinvolto è Giuseppe, destinato a dare copertura legale al Figlio di Dio.

Dal vangelo secondo Matteo.                                                                   Mt 1,1-25

MESSA DELLA NOTTE

PRIMA LETTURA

Ci è stato dato un figlio.

Ritornano ancora una volta le promesse e la gioia messianiche, la liberazione del popolo, la nascita di un bambino che discende da Davide e che instaurerà il regno della pace, del diritto, della giustizia.

 Dal libro del profeta Isaia.                                                                            Is 9,1-6

 SALMO RESPONSORIALE                                                             Dal Salmo 95 (96)

Il salmista invita a lodare il Signore per la sua gloria. Egli è venuto tra noi e nel Figlio Gesù ci ha rivelato la sua misericordia.

Rit. Oggi è nato per noi il Salvatore.

 SECONDA LETTURA

È apparsa la grazia di Dio per tutti gli uomini.

Paolo dice a Tito che dalla nascita di Gesù si è diffusa tra gli uomini una nuova proposta di vita, fatta di rifiuto dell’iniquità, purezza di spirito, zelo per le opere buone. Lo stile di vita di un popolo che appartiene a Dio.

 Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito.                                             Tt 2,11-14

 VANGELO

Oggi è nato per voi il Salvatore.

L’evangelista Luca ci dà molti particolari della nascita di Gesù. Dal censimento, che costringe Maria e Giuseppe a farsi viandanti in difficoltà verso Betlemme, al rifugio di fortuna in un capanno, all’adorazione dei pastori e alla presenza degli angeli, che danno significato e ufficialità a ciò che capita. È la poesia del Natale, che è insieme rivelazione teologica del Dio-con-noi. L’umanità di Gesù comincia a manifestarsi nell’accettazione piena della condizione umana, solidale con tutti gli umili del mondo.

Dal vangelo secondo Luca.                                                                         Lc 2,1-14

MESSA DELL’AURORA

PRIMA LETTURA

Ecco, arriva il tuo Salvatore.

Al popolo in esilio e sfiduciato, Isaia fa delle promesse inaudite e profetiche: arriva il vostro salvatore e voi sarete il suo popolo santo.

 Dal libro del profeta Isaia.                                                                      Is 62,11-12

SALMO RESPONSORIALE                                                             Dal Salmo 96 (97)

Il salmo è un canto di lode per la gloria del Signore, che si è manifestata nella venuta di Gesù, gioia per tutti i giusti.

Rit. Oggi la luce risplende su di noi.

 SECONDA LETTURA

Ci ha salvati per la sua misericordia.

Il miracolo dell’incarnazione non è frutto di una nostra iniziativa o di un diritto da parte degli uomini: nasce dalla misericordia di Dio e dalla bontà di Dio, che ci purifica e ci rinnova mediante lo Spirito, nel nome di Gesù.

Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito.                                                 Tt 3,4-7

VANGELO

I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino.

I pastori corrono al presepe e vedono ciò che è stato annunciato loro dagli angeli e gioiscono al vedere il piccolo Gesù con Maria e Giuseppe. Maria dal canto suo vede tutto e riflette su questa storia meravigliosa che la coinvolge.

Dal vangelo secondo Luca.                                                                      Lc 2,15-20

MESSA DEL GIORNO

PRIMA LETTURA

Tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio.

Isaia sostiene la speranza di Israele negli anni dell’esilio. Contro ogni evidenza, il profeta alza la voce e annuncia il ritorno della potenza del Signore in Gerusalemme. Ogni popolo vedrà la salvezza di Dio.

 Dal libro del profeta Isaia.                                                                        Is 52,7-10

 SALMO RESPONSORIALE                                                             Dal Salmo 97 (98)

Cantiamo le meraviglie del Signore come si sono manifestate nella venuta tra noi del Figlio di Dio. Egli è gioia per tutti i popoli.

Rit. Tutta la terra ha veduto la salvezza del nostro Dio.

 SECONDA LETTURA

Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio.

È l’inizio della lettera agli Ebrei, una magnifica sintesi della storia della salvezza, segnata dalla rivelazione dei piani di Dio per la parola dei profeti. Infine Dio si è rivelato e ha parlato per bocca del Figlio suo Gesù.

 Dalla lettera agli Ebrei.                                                                                Eb 1,1-6

 VANGELO

Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

Siamo già al momento della riflessione teologica. Giovanni in questo brano, che verrà ripreso nella seconda domenica dopo Natale, sottolinea l’origine di Gesù, il suo essere modello di tutta la creazione, la sua incarnazione e il rifiuto da parte degli uomini.

Dal vangelo secondo Giovanni.                                                              Gv 1, 1-18

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3. Annunciare la Parola – 25 dicembre 2020


25 dicembre

NATALE DEL SIGNORE

È nato per noi un Salvatore, Cristo Signore

PER RIFLETTERE E MEDITARE

Siamo tutti coinvolti in una festa grande, festa di tutti. Perché nasce per tutti questo Bambino: è festa dell’umanità. Certo, noi sappiamo ciò che celebriamo, altri non lo sanno, ma la benedizione di questo Bambino avvolge anche loro, i tanti che sono in festa in ogni parte del mondo, che non sanno in realtà che cosa festeggiano. Gesù nasce per noi, ma anche e soprattutto per loro, i cosiddetti lontani.

Natale, umanità di Gesù

Il Natale non è un’apparizione di Dio tra gli uomini, ma la nascita concreta, sensibile, umana di un bambino in carne e ossa. Dobbiamo accogliere il Natale così, nel suo senso più reale e storico. «Troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoria», si sentono dire i pastori nella pagina di Vangelo che si legge oggi.
È vero: compaiono anche gli angeli con i loro canti, e la cometa, ma questa è semplicemente la cornice teologica di ciò che avviene. Perché questo bambino nasce in un contesto di vera povertà. Lo accoglie un capanno per gli animali, perché non trova accoglienza, nasce da due genitori poveri, sarà costretto a fuggire, perché Erode vorrà ucciderlo.
Eppure le parole che si dicono su di lui sono straordinarie: questo Bambino è il Messia, è il Figlio di Dio fatto uomo, il Salvatore del mondo. Il Natale non è solo povertà e poesia, ma va vissuto e accolto nella verità, in tutta la sua verità.
Guardiamolo allora più da vicino questo Natale, nel modo in cui viene descritto nei Vangeli.

Il Natale nel Vangelo di Luca

Gesù non nasce nel tempio di Gerusalemme, né in una famiglia sacerdotale, ma in una famiglia del popolo, a Betlemme, la città di Davide, per sottolineare la sua discendenza regale davidica.
E i primi invitati, i primi destinatari sono i pastori. Poco affidabili, perché vivono a contatto con gli animali. Pastori invitati a mettersi in viaggio, a fidarsi, a lasciare le loro posizioni. Ma sentono parole di speranza e di novità e i loro cuori si riempiono di gioia.
Siamo chiamati anche a noi ad avvicinarci a quel capanno, ad abbandonare i recinti delle nostre sicurezze, della nostra vita ordinaria e sicura, per trovare anche noi nuove certezze.
Ma ciò che i pastori trovano è infine qualcosa che nasconde la grandezza di ciò che avviene: un bambino avvolto in fasce: trovano semplicemente un bambino, un uomo nella condizione di vera povertà. Quasi a dirci che sarà sempre così: troveremo Dio nella nostra umanità, nel volto di chi è fasciato dalla povertà… Un bambino che giace in una mangiatoia perché non ha trovato accoglienza: «È venuto nella sua casa, ma i suoi non l’hanno accolto».
utto questo è la gioia del Natale, un Natale che nasconde la sua straordinarietà nella semplicità del presepe.

Il Natale di Maria e Giuseppe

Dicevamo che la parola di Dio fatta carne si è messa nelle mani dell’uomo. Ed è ciò che si ripete a ogni Natale. Dio si mette nella mani di Maria e di Giuseppe.
Giuseppe è l’uomo a disposizione, fedelissimo sempre a ciò che Dio gli chiede. I suoi progetti di un matrimonio normale e tranquillo sono saltati, e lui accoglie semplicemente ciò che gli viene affidato. E la sua responsabilità è grande. La parola di Dio fatta carne è nelle sue mani. E lui la difende come può, pur nella sua ristrettezza di mezzi, ma con tutto se stesso. Ed è lui che impedisce ad Erode di ucciderlo.
Sarà sempre così. Dio consegna a noi se stesso, la predicazione e la costruzione del suo regno. Ci chiede di continuare ciò che Gesù ha detto e fatto, di renderlo presente attraverso la nostra vita.
Quanto a Maria, abbiamo già sottolineato il suo coinvolgimento speciale e la sua disponibilità festeggiandola nella solennità dell’Immacolata. Maria nel Natale è coinvolta più di ogni altro: accoglie Gesù, il suo primogenito, lo accompagnerà nella sua crescita, diventando giorno dopo giorno una cosa sola con lui, fino ai piedi della croce.

Il nostro Natale

Dio si è scomodato: ha attraversato i cieli ed è venuto tra noi. Noi facilmente pensiamo invece che non ci sia realmente bisogno di noi per realizzare il regno di Dio, che non è caso di prendere le cose troppo sul serio. Siamo ben convinti che Dio realizzerà comunque i suoi progetti, che lo farà in ogni modo, in qualche modo, anche senza di noi. È certo, sarà così: se non lo facciamo noi, Dio cercherà altre strade, altre generosità. Ma lo farà senza di te, senza di me, senza di noi. E questo non dovrebbe lasciarci tranquilli, ma spingerci ad avere uno sguardo più lungo, ad avere più coraggio.
È Natale. Dovremmo sentire tutta la novità e straordinarietà di ciò che Dio ha inventato per noi in questa notte. Dovremmo davvero lasciarci coinvolgere da questo spirito d’amore. Anche soltanto nel modo di salutarci, di scambiarci gli auguri: Gesù si è fatto uno di noi e noi siamo tutti fratelli.

UN FATTO – UNA TESTIMONIANZA

Il Natale di frère Roger Schutz di Taizé. «La notte di Natale andavamo in chiesa. Quando avevo cinque o sei anni abitavamo in un paesino in montagna e bisognava camminare nella neve. Poiché ero il più giovane, mio papà mi teneva per mano. La mamma, il mio fratello maggiore e le mie sette sorelle ci seguivano. Mio padre mi indicava nel cielo aperto la stella dei pastori che gli stessi Magi avevano visto. Quelle immagini mi ritornano in mente quando si legge il testo dell’apostolo Pietro dove scrive: “Guardate a Cristo come luce che brilla nella notte, finché non splenda il giorno e non si levi nei vostri cuori la stella del mattino” (2 Pietro 1,19)».