4 luglio
14ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Gesù rifiutato dalla sua gente
Siamo tutti profeti. Come Ezechiele e i grandi profeti dell’Antico Testamento, come Paolo e gli apostoli, anche ciascuno di noi è chiamato a essere profeta coraggioso e audace, ad annunciare il Vangelo e la vita di Gesù senza scoraggiarsi per i rifiuti e senza paura dei nostri limiti. Come ha fatto Gesù, profeta del Padre, che è stato rifiutato dai suoi compaesani, i cittadini di Nazaret.
PRIMA LETTURA
Sono una genìa di ribelli, sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro.
È il racconto della vocazione del profeta Ezechiele, scelto per una missione difficile tra gli ebrei in esilio. Dice Jahvè: «Ascoltino o non ascoltino, sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro».
Dal libro del profeta Ezechiele. Ez 2,2-5
In quei giorni, uno spirito entrò in me, mi fece alzare in piedi e io ascoltai colui che mi parlava.
Mi disse: «Figlio dell’uomo, io ti mando ai figli d’Israele, a una razza di ribelli, che si sono rivoltati contro di me. Essi e i loro padri si sono sollevati contro di me fino ad oggi. Quelli ai quali ti mando sono figli testardi e dal cuore indurito. Tu dirai loro: “Dice il Signore Dio”. Ascoltino o non ascoltino – dal momento che sono una genìa di ribelli –, sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro».
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 122 (123)
Come un servo, attento a ogni accenno del suo padrone, il salmista si mette nella mani del suo Signore, da cui attende aiuto nei momenti difficili.
Rit. I nostri occhi sono rivolti al Signore.
A te alzo i miei occhi,
a te che siedi nei cieli.
Ecco, come gli occhi dei servi
alla mano dei loro padroni.
Come gli occhi di una schiava
alla mano della sua padrona,
così i nostri occhi al Signore nostro Dio,
finché abbia pietà di noi.
Pietà di noi, Signore, pietà di noi,
siamo già troppo sazi di disprezzo,
troppo sazi noi siamo dello scherno dei gaudenti,
del disprezzo dei superbi.
SECONDA LETTURA
Mi vanterò delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo.
Nonostante il suo zelo e la sua passione apostolica, l’apostolo Paolo riconosce le proprie debolezze e i propri limiti. Ma il Signore gli dice di non temere, perché la sua forza si manifesta pienamente proprio attraverso la sua debolezza.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi. 2Cor 12,7-10
Fratelli, affinché io non monti in superbia, è stata data alla mia carne una spina, un inviato di Satana per percuotermi, perché io non monti in superbia.
A causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza».
Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte.
Parola di Dio.
CANTO AL VANGELO Cf Lc 4,18
Alleluia, alleluia.
Lo Spirito del Signore è sopra di me:
mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.
Alleluia.
VANGELO
Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria.
Gesù insegna nella sinagoga di Nazaret, tra i suoi compaesani. Essi, pur ammirati da ciò che dice e dai miracoli che fa, non accolgono la sua testimonianza, perché conoscono lui e la sua famiglia e questo è per loro motivo di scandalo. Ma Gesù si meraviglia per la piccolezza della loro fede.
Dal vangelo secondo Marco. Mc 6,1-6
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
Parola del Signore.